Che cosa ci fanno i Jalisse con una band metal ?

Che cosa ci fanno i Jalisse con una band metal ?

“Non aver paura di chiamarlo amore” la nuova sfida dei Jalisse e i TeodasiA

Per raccontare trent’anni di carriera e di vita insieme, non bastano poche righe. I Jalisse sono nati grazie all’incontro, rivelatosi fatale, tra una bella ragazza veneta, dalle doti vocali sorprendenti e un promettente cantautore romano: Alessandra Drusian e Fabio Ricci, concordano nel dire che prima dell’amore sia stata la musica il vero colpo di fulmine tra loro. In ogni caso è innegabile, come questo loro sentimento, sia diventato il comune denominatore di ogni scelta di vita, prima ancora che di carriera. I Jalisse in questa primavera così complicata e sofferta, ci regalano il singolo “Non aver paura di chiamarlo amore” in featuring con la band metal dei TeodasiA. Un brano che genera un’energia sorprendente, grazie alla voce pulita, potente e allo stesso modo delicata di Alessandra che trova nel metal una nuova forza. I Jalisse e i TeodasiA, con questo brano si addentrano in un genere musicale, poco sperimentato in Italia, che potremmo definire pop metal. Un testo, scritto alla fine del 2019 quando era inimmaginabile prevedere cosa ci aspettava: un messaggio che in questo momento, diventa ancora più importante e carico di significato.

Alessandra, com’è stato lavorare con i TeodasiA?

Mi sono sentita a mio agio da subito, come quando indossi un paio di scarpe nuove e sorprendentemente, ti calzano a pennello. Da subito ho percepito una grande energia e positività, molto costruttiva, perché non è mai scontato che un’idea, un progetto trovi  la spinta giusta per decollare,  nonostante i presupposti. Al primo incontro se loro erano preoccupati  noi, devo confessarti,  avevamo una bella tensione. Poi la musica ha assunto il comando, scatenando una reazione fantastica che superando le attese di tutti noi.

Ti abbiamo visto metterti alla prova in Tale e Quale di Carlo Conti, dove hai interpretato magistralmente, imitato, recitato. La sensazione che in questo brano tu ti sia scatenata come non mai, è così?

Per un cantante entrare in una sala di registrazione diversa è già un’incognita. Io invece mi sono sentita a casa, da subito. Ho avuto la sensazione che mi si spalancassero spazi mai esplorati, mi sono accesa. Tutto questo è stato incredibilmente facile, grazie ad un’intesa che ha permesso a ognuno di noi di mettere a disposizione del gruppo, il meglio di sé. Non appena possibile gireremo il video e secondo me, potrebbero nascere ancora delle belle collaborazioni.

Fabio, come vi hanno conquistato i TeodasiA?

Noi da sempre, scegliamo anche per i nostri tour giovani band o musicisti emergenti, preferendoli a chi ha già raggiunto la vetta delle classifiche. Ci stuzzica andare alla ricerca di talenti, lasciandoci contaminare da nuove sonorità. Non sono mai stati i “pedigree” a convincerci, ma il talento vero. I TeodasiA, sono veneti come Alessandra e in realtà hanno una gran bella carriera alle spalle con all’attivo tanti concerti in giro per l’Europa, dove il genere metal ha spopolato più che in Italia. I TeodasiA, Francesco Gozzo, “Virgy” alla batteria, Matteo Frare, “Bras” alla chitarra e Alberto Gazzi al basso, sono musicisti davvero molto bravi con i quali è stato facile lavorare e fare gruppo, diventando una sorta di “famiglia” artistica.

 

Che cosa vi siete portati a casa?

Ci siamo portati a casa la voglia di salire su un palco con questi tre pazzi scatenati  come noi e speriamo di poterlo fare non appena sarà possibile. Questa è la vera potenza  della musica che non ha età e viaggia trasversalmente unendo tutti. Quando a Sanremo trionfavamo con “Fiumi di parole”, Francesco aveva dieci anni e canticchiava quella canzone! La vera magia è dovuta dalla voglia che ci accomuna di fare musica, con curiosità e voglia di sperimentare ed essendo musicisti molto preparati, è stato davvero stimolante confrontarsi. Questo nuovo viaggio, probabilmente ci ha permesso di incontrare un pubblico che ancora non ci conosceva, anche se in passato avevamo già sconfinato con la nostra musica pop, nel rock. Il metal è una passione che coltiviamo da qualche tempo e questa ci è sembrata l’occasione giusta.

Una decisione coraggiosa quella di pubblicare questo brano, alle soglie di una primavera così triste. Che cosa vi ha convinti a fare questa scelta?

Questo brano parte da lontano infatti è anche il titolo di una commedia musicale, dove raccontiamo la nostra lunga carriera e i vent’anni di matrimonio in cui, siamo cresciuti artisticamente e come coppia. Abbiamo prodotto moltissimo, fatto Musical, trasmissioni televisive, tour. Alla radice di tutto, c’è la scelta di vivere il nostro amore con impegno, affidandoci a questo sentimento che abbiamo raccontato e cantato senza mai nasconderci. “Non aver paura di chiamarlo amore” è un messaggio che oggi assume, ancora di più, significati profondi. In questo momento, per certi versi irreale, dove ci sono venuti a mancare i punti di riferimento ai quali eravamo abituati, in cui le relazioni sociali, date per scontate, sono da evitarsi, l’amore può essere il nostro vero atto di coraggio.

La famiglia Ricci, i Jalisse, restano a casa continuando a lavorare per dare, insieme a tanti colleghi, il proprio contributo a tante iniziative di solidarietà.   (https://tvstarblog.wordpress.com/)

Redazione

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