Indulto e Amnistia: Una Necessità per Risolvere l’Emergenza Carceraria Italiana. Ecco il parere del Dr. Arturo Di Mascio
Abbiamo chiesto al Dr. Arturo Di Mascio, presidente onorario del Comitato Internazionale Cooperazione e Sviluppo, Ambasciatore di Pace e dei Diritti Umani, dirigente di importanti organizzazioni internazionali, e da tempo studioso della materia in quanto anche esperto consulente legislativo, di darci un ampia panoramica sulla sua visione sulla necessità di applicare l’indulto e l’amnistia.
Di Mascio: Il sovraffollamento carcerario in Italia è una questione urgente che richiede interventi immediati e coraggiosi. Con oltre 61.000 detenuti in strutture progettate per ospitarne significativamente meno, il tasso di affollamento ha raggiunto il 129%,creando condizioni inumane e insostenibili. La gestione di questa situazione è ulteriormente complicata dalle carenze di personale penitenziario e dalle risorse limitate, con turni estenuanti per gli agenti e servizi insufficienti per i detenuti.
Questa emergenza non è solo una questione di sovraffollamento fisico, ma anche di degrado morale e psicologico. L’aumento dei suicidi tra i detenuti, con 43 casi dall’inizio dell’anno, evidenzia una crisi profonda all’interno delle carceri. Ogni suicidio rappresenta una tragedia individuale e collettiva, segnalando l’insopportabilità della vita carceraria e la disperazione che ne deriva.
Il governo ha tentato di affrontare la questione con promesse di nuovi padiglioni penitenziari e assunzioni di personale, ma queste soluzioni sono lontane dall’essere sufficienti. Il rimpatrio dei detenuti stranieri e l’uso di caserme dismesse sono misure inefficaci e poco realistiche. È necessario un approccio più radicale e umano: l’adozione di provvedimenti straordinari di indulto e amnistia.
Indulto e Amnistia: Cosa Sono e Perché Servono
L’indulto estingue in tutto o in parte la pena principale, riducendo il numero di detenuti e alleggerendo il carico delle carceri. L’amnistia, invece, estingue il reato, cancellando le condanne e le pene accessorie. Questi provvedimenti, previsti dalla Costituzione italiana, sono strumenti potenti per affrontare il sovraffollamento carcerario e giudiziario, permettendo di ridurre drasticamente il numero di detenuti e di processi pendenti.
L’ultimo provvedimento di indulto risale al 2006, mentre l’amnistia non viene applicata dal 1990. È tempo di rompere questo tabù e di riconoscere che tali misure non sono solo necessarie, ma urgenti. La concessione di un indulto e di un’amnistia, mirata a reati minori e di basso allarme sociale, permetterebbe di restituire dignità e speranza ai detenuti e di migliorare le condizioni di vita nelle carceri.
I Benefici di Indulto e Amnistia
Riduzione del Sovraffollamento: L’adozione di indulto e amnistia ridurrebbe immediatamente il numero di detenuti, alleviando la pressione sulle strutture carcerarie e migliorando le condizioni di vita all’interno degli istituti.
Prevenzione del Suicidio e del Conflitto: Un ambiente meno affollato e più umano contribuirebbe a ridurre la disperazione e il risentimento tra i detenuti, diminuendo il rischio di suicidi e atti di violenza.
Miglioramento delle Condizioni di Lavoro del Personale Penitenziario: Con meno detenuti, il personale penitenziario potrebbe operare in condizioni più gestibili e meno stressanti, migliorando l’efficacia del loro lavoro e la loro qualità di vita.
Promozione della Rieducazione e del Reinserimento Sociale: La riduzione del sovraffollamento permetterebbe di focalizzare meglio le risorse su programmi di rieducazione e reinserimento sociale, aiutando i detenuti a costruirsi una vita migliore una volta usciti dal carcere.
Voglio poi sottolineare che Papa Francesco, nella Bolla “Spes non confundit” (“la speranza non delude”), ha lanciato un appello ai governi affinché promuovano iniziative di amnistia o condono di pena durante il Giubileo del 2025. Obiettivo: restituire speranza a chi si trova in difficoltà, aiutandolo a recuperare fiducia in sé stesso e nella società.
Conclusioni
L’indulto e l’amnistia non sono soluzioni perfette, ma rappresentano un passo necessario e pragmatico per affrontare l’emergenza carceraria italiana. È tempo che il governo e la società civile riconoscano l’urgente necessità di questi provvedimenti e agiscano con coraggio per garantire che il sistema penitenziario italiano possa adempiere al suo vero scopo: non solo punire, ma rieducare e reintegrare. Soltanto così potremo costruire un futuro più giusto e umano per tutti.
Redazione – con Arturo Di Mascio