Conferenza sui migranti, Meloni: “È l’inizio di un percorso per lo sviluppo dell’Africa”
AGI – “Quello che inauguriamo oggi è soprattutto un dialogo tra pari, basato sul rispetto reciproco”, ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aprendo alla Farnesina i lavori della Conferenza Internazionale su sviluppo e migrazioni. “Questa iniziativa, che io spero possa essere la prima di molte altre, è unica nel suo genere e in essa credo fortemente”, ha aggiunto Meloni parlando davanti ai leader di quasi tutti gli Stati della sponda sud del Mediterraneo allargato, del Medio Oriente e del Golfo, gli Stati Ue di primo approdo e alcuni partner del Sahel e del Corno d’Africa, i vertici delle Istituzioni europee e delle Istituzioni finanziarie internazionali.
“Noi – ha sottolineato ancora Meloni – lo consideriamo l’inizio di un percorso, un percorso che ci piace chiamare ‘processo di Roma’, che deve rafforzare sempre di più il dialogo tra noi, ma anche essere aperto ad altri contributi”.
Davanti ai capi di Stato di Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Mauritania, Libia e Cipro e ai primi ministri di Libia, Etiopia, Egitto, Malta, Giordiania, Nigeria, Algeria e Libano, Meloni ha osservato che oggi si avvia un percorso “in grado di attuare misure concrete per la crescita e lo sviluppo del Mediterraneo allargato e l’Africa, per affrontare le cause profonde dei flussi irregolari e per sconfiggere l’attività criminale dei trafficanti di esseri umani”.
“Il partenariato” con i paesi di provenienza dei migranti, ha precisato, deve quindi “essere paritario, non predatorio, multidimensionale, di lungo periodo, deve essere fondato sul rispetto e non su un approccio paternalistico, sulla solidarietà, sul rispetto della sovranità di ciascuno, sulla condivisione di responsabilità, sulla tutela della legalità, perché questo è l’unico modo serio di rafforzare il nostro legame, di fidarci l’uno dell’altro sempre di più e di favorire lo sviluppo e la prosperità dei nostri popoli”.
Un partenariato paritario e di lungo periodo
Inoltre, “tra Europa e Mediterraneo allargato” vi sono interessi “che alla prova dei fatti” sono molto più convergenti di quanto noi stessi a volte riconosciamo. E così in questo rapporto, io vedo soprattutto grandissime opportunità, che sono opportunità comuni e che possono però essere esplorate pienamente solamente partendo da un rapporto basato sulla lealtà e sulla franchezza”, ha proseguito la presidente del Consiglio. “So che per molti di voi in passato l’Europa non ha sempre considerato come propri i problemi del resto del mondo e che, più in generale, l’Occidente ha, a volte, dato l’impressione di essere più attento a dare lezioni piuttosto che a dare una mano”.
Ma “l’immigrazione illegale di massa – ha evidenziato ancora Meloni – danneggia tutti. Nessuno ne trae vantaggio se non le organizzazioni criminali che si arricchiscono sulla pelle dei più deboli, dei più fragili e che poi utilizzano la loro forza anche contro gli Stati, condizionandone le istituzioni, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini, l’economia, la stabilita’ politica, l’equilibrio democratico”.
Più collaborazione contro i trafficanti di esseri umani
Ma “prima ancora degli Stati, tutto questo riguarda le persone, perché al centro dei flussi migratori ci sono soprattutto loro, le persone: vite, speranze, paure, sofferenze”. E queste persone, ha proseguito Meloni, sono “usate, sfruttate da organizzazioni criminali che seguono solamente la logica del profitto” ed “è nostro dovere occuparci anche del loro destino. Ecco perché io penso che dobbiamo iniziare insieme un percorso di dialogo che però deve portarci a centrare obiettivi concreti”. Serve quindi “un impegno comune e più collaborazione per contrastare la rete dei trafficanti“.
I pilastri della road map sono i seguenti: “contrasto all’immigrazione illegale; governo di flussi legali di migrazione; sostegno ai profughi e ai rifugiati e, soprattutto, la cosa più importante di tutte, perché altrimenti tutto quello che facciamo sarà insufficiente, una cooperazione ad ampio raggio per sostenere lo sviluppo in Africa e più in generale nei Paesi di provenienza delle rotte dei migranti, affrontando alle radici le cause profonde delle grandi migrazioni”.
“Serve una collaborazione ad ampio raggio per sostenere lo sviluppo in Africa affrontando alla radice le cause profonde delle migrazioni”
Riguardo al tema del contrasto all’immigrazione illegale, “io penso che la nostra priorità dovrebbe essere quella di rafforzare la collaborazione operativa tra le nostre forze di polizia, le autorità giudiziarie dei differenti Stati, l’impegno a perseguire i trafficanti, gli esseri umani, di aggiornare le legislazioni quando fossero carenti, cosi’ che il lavoro fatto da una nazione non venga poi reso vano da una dimensione delle reti di trafficanti che ormai è estremamente estesa”.
Infine, “mi piacerebbe che ci dessimo l’obiettivo anche di medio termine di un fondo per lo sviluppo, che però preveda una fondamentale novità, e cioè che la sua gestione, come utilizzarlo, si decida con il contributo fondamentale dei Paesi che ne utilizzeranno le risorse”, ha concluso Meloni. Da parte sua, il presidente tunisino Kais Saied ha espresso apprezzamento per l’iniziativa aggiungendo che “Tunisia e Italia hanno un futuro in comune”.
Un futuro comune per Tunisia e Italia
“Negli ultimi anni – ha proseguito – l’immigrazione clandestina si è trasformata in una tragedia umana” e “non avremo la stabilita’ se non c’e’ giustizia e se non cerchiamo soluzione per le cause di questa ingiustizia”. Saied ha sostenuto che il traffico di esseri umani ha un giro di affari di 150 miliardi di dollari annui. “Non accetteremo che la Tunisia sia un corridoio o un luogo di insediamento per gli immigrati“, ha infine avvertito il presidente tunisino.
“Il processo di Roma rappresenta un’opportunità per unire le forze, per capirci meglio, per unificare interessi e trovare soluzioni che siano di beneficio per tutti”, ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, intervenendo sempre in apertura dei lavori. “Stiamo tutti affrontando molte sfide, ma vogliamo e possiamo trasformare le nostre sfide in opportunità”, ha continuato. Per Von der Leyen serve “un modello di cooperazione che sia vincente per tutti”, plasmato su quello che, la scorsa settimana, Bruxelles e Roma hanno cosi’ firmato con la Tunisia.
“I vantaggi reciproci sono evidenti, dal clima e alla transizione verso l’energia pulita”. “E il Processo di Roma è un’opportunità per fare squadra: un nuovo forum per capirsi meglio, identificare gli interessi e i bisogni reciproci e trovare soluzioni reciprocamente vantaggiose”, ha concluso la presidente della Commissione Ue. Il governo italiano intende, grazie alla Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni, avviare un nuovo processo per affrontare “tutti i grandi problemi che ci troviamo di fronte”, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aprendo i lavori del summit alla Farnesina da “padrone di casa”.
Va affrontato “non solo – ha spiegato – il problema delle migrazioni (che è da risolvere alla radice), ma anche del surriscaldamento climatico, la lotta al terrorismo, le malattie, la povertà, la lotta ai trafficanti di esseri umani, la lotta alla fame“. “Roma vuole essere crocevia di dialogo e confronto tra popoli che vogliono costruire insieme una nuova stagione”, ha proseguito Tajani. Il governo italiano vuole che il Mediterraneo “non sia un cimitero di persone, ma sia un mare di pace, progresso e commerci, che porti beneficio a tutti”, ha aggiunto il vice premier.
“Il problema dei flussi migratori è una sfida comune a tutti i governi: la migliore risposta passa per un approccio comune e soluzioni concertate e attuate collettivamente”, ha osservato il presidente mauritano, Mohamed Ould Cheik El Ghazouani. “Dobbiamo adottare politiche di sviluppo pertinenti e lotta alla povertà. L’approccio che punta solo alla sicurezza – ha sottolineato – non può essere una soluzione sostenibile: bisognerà affrontare in maniera concertata il problema dei cambiamenti climatici, povertà ed esclusione”.