Nel decreto rilancio spunta un condono. Il caso si chiude ma le tensioni restano

Nel decreto rilancio spunta un condono. Il caso si chiude ma le tensioni restano

Una fonte parlamentare della maggioranza la spiega cosi’: “Mancano sei o sette miliardi all’appello e allora qualcuno ha lanciato una proposta che subito è stata affossata…”. Nelle bozza sul dl rilancio oggi è spuntato un condono edilizio ed ecco che si è scatenata una nuova polemica nella maggioranza rosso-gialla. Fonti parlamentari del Movimento 5 stelle riferiscono che l’idea sarebbe stata avanzata da un esponente dem ma il corto circuito è durato poco e in ogni caso tutti i partiti della maggioranza hanno respinto qualsiasi prospettiva del genere. “La stagione dei condoni è stata quella di altri Governi”, taglia corto il Pd. “Condono? No grazie”, osservano anche i pentastellati.

Caso chiuso dunque ma le tensioni sul dl maggio, ribattezzato dl rilancio, restano. Anche perché se mancano all’appello 7 miliardi – come spiega la fonte parlamentare della maggioranza – occorrerà trovare le risorse in breve tempo, visto che la riunione del Cdm dovrebbe tenersi lunedì mattina. Anzi c’è chi non esclude che qualora i nodi sul tavolo venissero sciolti in tempi brevi un Cdm già nella serata di domani. Intanto questa sera il ministro della Giustizia Bonafede ha portato sul tavolo un provvedimento per far sì che i mafiosi usciti dal carcere possano tornare dentro. Con una valutazione dei giudici di sorveglianza che potrà anche essere “immediata” qualora il Dap verifichi che le condizioni sul contagio da coronavirus sono mutate rispetto a febbraio.

Le divergenze sugli aiuti

Ma le tensioni nella maggioranza non riguardano il dl Bonafede, visto che il testo è stato lavorato in comune accordo del ministro con tutti i partiti che sostengono l’esecutivo. I rosso-gialli fibrillano ancora per il dl ‘rilancio’. Fibrillazioni che riguardano soprattutto le misure di aiuto alle imprese, con l’ipotesi che sarebbe tramontata di un ingresso dello Stato, e il reddito di emergenza perché – spiega una fonte della maggioranza – il Movimento 5 stelle vorrebbe che la misura fosse implementata con il reddito di cittadinanza, mentre il Pd insiste sulla necessità di un ‘una tantum’. La cifra del Rem non dovrebbe essere comunque modificata: va dai 400 agli 800 euro per due mesi.

Ancora da chiarire anche il tema delle regolarizzazioni dei lavoratori irregolari mentre oggi il presidente del Consiglio ha spiegato che oltre alla partita del rilancio da 55 miliardi presto si aprirà anche quella su semplificazione e investimenti. Sotto traccia resta lo scontro sul possibile utilizzo del Mes. “Sarà il Parlamento a decidere”, dice Conte ma per il Pd e Italia viva sarebbe assurdo voltare le spalle a 37 miliardi. Non è dello stesso avviso il Movimento 5 stelle. “Ma – dice un ‘big’ del Pd – dovranno per forza di cose accettare l’intero pacchetto quando si voterà in Parlamento”.

Renzi vuole un rimpasto?

Il premier dunque è chiamato a mediare all’interno della maggioranza. Anche perché Renzi oggi ai suoi ha spiegato che Italia viva non si “accontenterà” del caffè offerto dal presidente del Consiglio a palazzo Chigi. Avanzerà proposte e chiederà che vengano accolte. Ma – questa è stata la premessa utilizzata questa mattina dal leader di Italia viva – “niente scossoni” in questo momento. Un’altra maggioranza per mandare a casa questo governo è possibile – ha sottolineato l’ex premier – ma non è il nostro obiettivo, noi puntiamo a migliorare la situazione del Paese.

Renzi ai suoi ha aggiunto però che prima o poi si dovrà avviare anche una discussione sugli assetti. C’è chi ha ‘interpretato’ questo ragionamento come la richiesta di un rimpasto, visto che – osserva una fonte di Iv – “anche nei gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle e del Pd ci sono perplessità su alcuni ministri”. Un ‘big’ di Iv pero’ spiega che la partita per ora non è quella, anche se – questo il ‘refrain’ – il partito non è rappresentato come dovrebbe nel governo e soprattutto nelle commissioni parlamentari. (agi)

Redazione

 

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