Grante Privacy, Meloni: “Azzeramento del Consiglio spetta al collegio non al governo”
LaPresse – “L’authority” per la privacy “è eletta dal Parlamento, non abbiamo competenza sulla possibilità di azzerarla. È una decisione che, semmai, spetta al Collegio, quindi non ho nulla da dire su questo“, a dirlo è stata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti all’aeroporto di Fiumicino prima di partire da Roma per Bari dove nel tardo pomeriggio prenderà parte al comizio dei leader del centrodestra a sostegno della candidatura di Luigi Lobuono a presidente della Puglia.
“Authority eletta da Pd-M5s, se non si fidano non se la prendano con me”
“Una cosa la voglio dire: questo Garante” per la Privacy “è stato eletto durante il governo giallorosso”, quindi in “quota Pd e M5s. Ha un presidente in quota Pd, e quindi dire che sia pressato dal governo di centrodestra mi sembra ridicolo. Cioè, se il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico non si fidano di chi hanno messo all’Authority della privacy, non se la possono prendere con me. Forse dovevano scegliere meglio. Poi si può discutere sulla legge se volete, rifacciamo la legge, ma non l’ho fatta io manco quella, per cui forse anche lì ve la dovreste prendere con qualcun altro”, ha sottolineato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Boccia: “Interrogazione su Garante, livello autorevolezza ora bassissimo”
“Stiamo presentando in queste ore un’interrogazione urgente sulle vicende del Garante della privacy perché quello che emerso nelle scorse ore, anche grazie all’inchiesta di Report, è di una gravità inaudita. C’è un collegio che anziché garantire terzietà è connivente con partiti della maggioranza, con alcuni gruppi, con alcune aziende, con studi legali”. Così il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, conversando con i giornalisti a Palazzo Madama. “Ci auguriamo, proprio per difendere la storia e l’indipendenza dell’Autorità della privacy, che ha avuto tra le sue fila personalità eccelse come Stefano Rodotà, come Francesco Pizzetti, e la lista è lunga, che il collegio abbia un sussulto di dignità e faccia un passo indietro: l’autorevolezza del Garante della privacy non è mai caduta così in basso”.
M5S: “Meloni risponde da burocrate, parli dei messaggi con Ghiglia
“Abbiamo chiesto a Giorgia Meloni di parlare, ma se questa è la risposta, era meglio se restava in silenzio. Di fronte alle gravi ombre che avvolgono il Garante della Privacy, Meloni si trincera dietro la burocrazia, dicendo che “non è competenza del governo”. Una risposta da impiegata del potere, non da Presidente del Consiglio. Non una parola sulle accuse, non una presa di distanza dai rapporti diretti che Agostino Ghiglia intratteneva con lei e con sua sorella. Non un segno di responsabilità istituzionale, nulla. Noi, a differenza sua, quando emergono dubbi così profondi sulla correttezza di un organo pubblico, chiediamo che chi è coinvolto faccia un passo indietro. Meloni invece resta a guardare, come se nulla fosse. Così facendo difende il membro del garante che lei stessa ha piazzato lì e che le mandava messaggini e faceva visita a sua sorella a Via della Scrofa. E lo fa senza vergognarsi”. Così gli esponenti M5S in commissione di vigilanza Rai.
Redazione