La Truffa del Successo: quando la vendita diventa una catena invisibile – di Gennaro Ruggiero
C’è un nuovo inganno che si muove silenzioso dietro le luci del marketing motivazionale: la vendita piramidale mascherata da opportunità di business. Un fenomeno che, negli ultimi anni, ha assunto forme sempre più sofisticate, al punto da confondersi con il legittimo marketing multilivello. Ma la differenza è sostanziale: nella truffa piramidale non conta ciò che vendi, ma chi riesci a trascinare con te dentro la rete.
L’illusione comincia con un linguaggio seducente: “lavora per te stesso”, “realizza i tuoi sogni”, “entra in una famiglia di vincenti”. Gli incontri si svolgono in sale conferenze affollate, con musica d’effetto, applausi e testimonianze di chi “ce l’ha fatta”. Tutto sembra autentico. Ti convincono che puoi essere il prossimo. Ti chiedono solo di credere — e di investire: in prodotti, in kit, in corsi di formazione.
Ma la vera moneta non è il prodotto. È la persona.
Ogni nuovo venditore diventa merce umana da collocare nel sistema, una pedina che deve portare altre pedine. Il guadagno non nasce dalle vendite reali, ma dalle quote di ingresso e dagli acquisti obbligatori dei nuovi affiliati. Una catena invisibile che cresce finché qualcuno, in basso, continua a pagare.
Dietro la promessa di libertà economica, si nasconde una forma sottile di manipolazione psicologica. Gli adepti vengono spinti a coinvolgere amici e familiari, a trasformare la fiducia in capitale. Si genera così un cortocircuito affettivo: l’amore diventa strumento di vendita. Quando qualcuno rifiuta, scatta la colpa. Quando si perde denaro, scatta la vergogna.
Le parole dell’azienda diventano mantra: “chi fallisce non ha creduto abbastanza”, “devi investire di più in te stesso”. Si colpevolizza la vittima, si protegge il sistema.
E intanto, i vertici — pochi, irraggiungibili — accumulano profitti sulle speranze altrui.
Secondo le autorità di vigilanza, le vendite piramidali rientrano tra le pratiche commerciali scorrette vietate dal Codice del Consumo (art. 23, lettera p). Ma la loro capacità di mimetizzarsi le rende difficili da individuare. Cambiano nome, linguaggio, e si presentano come “community”, “network di imprenditori indipendenti”, “progetti di crescita personale”.
Dietro lo slogan della “libertà finanziaria” c’è, invece, un meccanismo schiacciante: chi sta in basso sostiene economicamente chi sta in alto. E quando la piramide crolla — come sempre accade — restano solo i debiti, le amicizie perdute, e un’amara consapevolezza: la libertà promessa era solo una catena dorata.
È il volto moderno dell’illusione del successo. Una rete costruita sull’entusiasmo, sull’emozione, sulla speranza.
E come ogni trappola ben congegnata, funziona perché fa leva sul più umano dei desideri: quello di sentirsi parte di qualcosa di grande, anche quando quel qualcosa è una menzogna.
Gennaro Ruggiero