Europee: urne aperte fino alle 23, affluenza stabile: alle 12 ha votato il 15,9%

Europee: urne aperte fino alle 23, affluenza stabile: alle 12 ha votato il 15,9%

Si vota fino alle 23 per l’elezione dei 76 eurodeputati componenti del Parlamento europeo spettanti all’Italia. Alle ore 12 secondo i primi dati (circa metà delle sezioni su 7.915) ha votato il 15,92% degli aventi diritto, praticamente in linea con le analoghe elezioni del 2014 (16,01%). Lo rende noto il sito del ministero dell’Interno. Nel 2014 l’affluenza finale alle ore 23 fu del 58,6%.

Il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ha votato poco dopo le 9 a Palermo per le elezioni europee.

Si vota anche in Piemonte per l’elezione del presidente e il rinnovo del Consiglio regionale e in 3.800 comuni per i sindaci e i consigli comunali. Sono 50.952.719 gli elettori per le europee, 16.053.792 gli elettori per le comunali e 3.616.010 per le regionali in Piemonte. I seggi chiuderanno alle 23. Subito dopo inizierà lo spoglio delle schede partendo da quelle per le europee. Domani alle 14 inizierà quello per le Regionali e le Comunali. Anche oggi, giornata di votazione, vige il “silenzio elettorale”.

Per le Europee i seggi sono aperti in 21 Stati Ue per eleggere 750 eurodeputati: oltre all’Italia, la Germania, la Francia e la Spagna. Nei giorni scorsi si è votato in Gran Bretagna, Olanda, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia e Malta.

Europee mai così politiche. Grana Mercatone per governo – Sono consultazioni europee ma sembrano elezioni politiche: Il governo Conte rimarrà in carica? La coalizione gialloverde sarà ancora maggioranza nel Paese? La Lega sfonderà o meno quota 30%? La seconda forza politica sarà il Movimento Cinque Stelle o il Pd? E Forza Italia resterà sopra la soglia del 10%? Sono questi infatti i grandi interrogativi che dominano questa concitata vigilia elettorale, giornata in cui irrompe nello scontro politico il fallimento di Mercatone Uno, 55 punti vendita in tutta Italia per 1800 dipendenti a rischio. Uno shock per il governo, tanto che il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, annuncia di aver anticipato a lunedì il tavolo sulla vertenza al ministero. Ma è il suo alleato-antagonista, Matteo Salvini, a bruciarlo sul tempo: “mi impegnerò personalmente incontrando sindacati, lavoratori, fornitori e proprietà, non si possono lasciare dipendenti a casa senza rispettare gli impegni presi”, dice sui social il ministro dell’Interno. Pd e sinistra all’attacco chiedono al capo politico dei Cinque Stelle di riferire in Parlamento. Anche Giorgia Meloni (FdI) chiede al governo “un intervento tempestivo”. (fonte ansa)

Redazione

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