L’ombra della crisi sul governo

L’ombra della crisi sul governo

La visita del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti al Colle per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella viene interpretato – sia nella Lega che nel Movimento 5 stelle – come un passaggio significativo non solo per quanto riguarda il ruolo del commissario Ue. Se ci sarà la crisi la parola passerà al Capo dello Stato, sarà lui il garante, ha sottolineato lo stesso Salvini.

Al momento il Quirinale non avrebbe scoperto le carte, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari del partito di via Bellerio. La tesi è che si occuperà dell’eventuale crisi quando ci saranno segnali chiari. Per ora si assiste solo all’escalation dello scontro tra Luigi Di Maio e Salvini. Ad una rottura tra anche dal punto di vista personale. “Così è venuta a mancare la fiducia”, ha spiegato il vicepremier della Lega che ieri aveva inviato un messaggio a Di Maio: sulle questioni politiche si può sempre trovare una soluzione ma se mi accusate di aver trafficato e di aver preso soldi dalla Russia allora non ci sono le condizioni per andare avanti.

Conte al lavoro sul dossier Autonomia

Si capirà nelle prossime ore se verrà ufficializzata la spaccatura nella maggioranza. Per ora il premier Giuseppe Conte è impegnato a sminare il terreno, ad approfondire i dossier sul tavolo. A partire da quello sull’autonomia. Le perplessità maggiori riguardano la scuola, ma il premier punta a convincere la Lega a ragionare nel merito, con il Movimento 5 stelle che potrebbe fare un’apertura. Qualora non arrivasse una mediazione su questo tema, Salvini potrebbe dire che i pentastellati puntano sempre sul no. Avviando di fatto la crisi. Una crisi che per il presidente del Consiglio Conte non sarebbe capita dagli italiani.

La Lega potrebbe aspettare proprio le parole di Conte al Senato prima di decidere il da farsi. Il premier ha invitato Salvini a chiarire anche sull’affaire Metropol. Si aspetta un confronto con il vicepremier della Lega nelle prossime ore. Ma resta il fatto che domani Salvini non sarà al vertice sull’autonomia nè al Consiglio dei ministri. Mentre il Pd attende l’intervento del premier al Senato prima di decidere se presentare una mozione di sfiducia nei confronti del responsabile del Viminale.

“Una pugnalata alle spalle”

Nel Movimento 5 stelle hanno registrato il cambio di passo della Lega perfino sui social. Sulla pagina di Salvini è un continuo attacco a Di Maio, il tentativo – questo il ragionamento – è quello di destabilizzare M5s e il quadro politico per uscire dall’accerchiamento in cui si è cacciata la Lega dopo l”affaire Metropol’.

Il ministro dello Sviluppo e del Lavoro ha risposto al responsabile del Viminale convocando i suoi a palazzo Chigi, ha parlato di una pugnalata alle spalle. Anche tra i pentastellati ci sono mediatori in azione: alla Lega è stato riferito che non c’e’ l’intenzione di andare alla crisi, che occorre lavorare sui provvedimenti. Tuttavia, al di là della questione russa, è proprio sui nodi sul tavolo che al momento non si registrano passi avanti.

Potrebbero esserci domani sull’autonomia, anche se il premier Conte vuole approfondire ogni punto – soprattutto sulla scuola – prima di dare un via libera al dossier. A palazzo Chigi – dove non ci sarà Salvini – potrebbe arrivare il via libera alla convocazione dei governatori e magari anche ad un primo passaggio in Parlamento.

Di Maio: “Se La Lega vuole la crisi lo dica”

In ogni caso dal Movimento 5 stelle si fa presente che è la Lega a bloccare i lavori, che sul decreto sicurezza M5s si sta comportando in maniera leale. Quando invece il partito di via Bellerio non ha firmato ancora la proposta di legge sulla commissione d’inchiesta sul finanziamento ai partiti, non ha presentato un testo sulla flat tax e sulla vicenda dei presunti finanziamenti russi continua a tergiversare, a sviare l’attenzione.

La sensazione nel Movimento 5 stelle è che la Lega stia bluffando, che Salvini stia alzando il tiro senza però voler strappare. Per rompere – questo il ‘refrain’ – c’è bisogno di un ‘casus belli’ e Salvini sta solo cercando un pretesto. “Ma se la Lega vuole la crisi lo dica apertamente”, ha spiegato Di Maio.

La tensione nella maggioranza è altissima. Il ministro dell’Interno è accusato, riferiscono fonti parlamentari M5s, di portare avanti comportamenti dittatoriali. Sfuggendo alla convocazione in Parlamento e perfino in Antimafia. “Ci manca di rispetto”, il ‘refrain’ di Di Maio che con i capigruppo, il ministro Fraccaro e il sottosegretario Buffagni ha concordato la strategia da portare avanti.

“Piuttosto che fare un governo con il Pd ce ne andiamo all’opposizione”, dicono fonti di governo M5s. “Se Salvini vuole far precipitare la situazione se ne assumerà la responsabilità di fronte agli italiani”, la tesi del Movimento 5 stelle che fa notare come la Lega stia dimostrando la sua debolezza, anche perché – questo il sospetto – sono in arrivo per il Carroccio altri guai giudiziari, a partire dalla vicenda in cui è stato coinvolto l’ex sottosegretario Siri per finire con i nuovi documenti legati a Savoini. (fonte agi)

Giovanni Lamberti

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