Attacco shock del Die Welt: “La mafia aspetta i nuovi soldi dall’Ue”; Ira Di Maio

Attacco shock del Die Welt: “La mafia aspetta i nuovi soldi dall’Ue”; Ira Di Maio

“Signora Merkel, rimanga incrollabile!”: è il titolo dell’editoriale della Welt che ha fatto infuriare il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il tema è quello dei coronabond sui quali, secondo l’autore del pezzo Christoph B. Schiltz, la cancelliera tedesca dovrebbe rimanere irremovibile: “Certo che i Paesi dell’Ue dovrebbero darsi aiuto reciproco nella crisi da coronavirus”, si legge nel sommario dell’articolo, “ma senza limiti? E senza alcun controllo? In Italia la mafia non aspetta altro che una nuova pioggia di soldi da Bruxelles”.

Una lettura della vicenda delle emissioni di debito comune – sul quale lo scontro all’interno dell’Eurogruppo è in pieno corso – che il capo della Farnesina, intervenendo alla trasmissione Uno Mattina su Rai1, ha respinto con durezza, definendola “vergognosa e inaccettabile”. Di Maio ha poi auspicato “che il governo tedesco prenda distanza dal quotidiano, tra i principali in Germania”. D’altronde, era impossibile fraintendere il commento della Welt. “In questi giorni sono in gioco le fondamenta dell’Unione europea”, vi si legge. “Una delle domande più importanti di fronte alla pandemia è: quanto si deve estendere la solidarietà tra i 27 Stati membri? Dovrebbe essere generosa. Ma senza alcun controllo? Senza limiti?”.

L’editorialista rincara: “La solidarietà è una categoria europea importante, ma sono centrali pure la sovranità nazionale e il dovere di responsabilità dei politici nazionali nei confronti dei loro elettori”. A detta del giornale, “Roma e Parigi spingono con assoluto fervore sui coronabond, ossia sulla condivisione del debito. Ma questi titoli sarebbero un affare in perdita gigantesco e miliardario per i contribuenti tedeschi”.

E ancora: “A Merkel & co si può solo gridare: rimanete irremovibili!”, anche perché intanto “l’Ue vuole mettere sul tavolo 500 miliardi di euro in rapidi aiuti a Paesi come Italia Spagna. Si tratta di una cifra incredibile”. Una somma, a detta di Schlitz, che già rappresenta “un muro di fuoco molto alto contro le conseguenze incontrollabili della crisi”. Di questi, aggiunge la Welt, “circa 200 miliardi devono arrivare dallo scudo di protezione del Mes”. Secondo l’autore del pezzo, “purtroppo solo i Paesi Bassi sono dell’opinione che a questi debbano essere collegate delle condizioni efficaci. Perché Berlino qui si tira indietro?”.

E’ chiaro che nel dibattito sui coronabond la Welt si è schierata con il fronte dei falchi più duri, considerando la posizione del governo di Angela Merkel troppo debole al riguardo. Ecco il passaggio cruciale dell’editoriale: “Dovrebbe essere ovvio che gli aiuti finanziari all’Italia – dove la mafia è in tutto il Paese un’entità che non aspetta altro che una nuova pioggia di denaro da Bruxelles – dovrebbero essere spesi solo nell’ambito della sanità e che non devono finire nel sistema sociale e in quello fiscale”.

La conclusione è dello stesso tenore: “Naturalmente gli italiani devono essere controllati da Bruxelles e dimostrare che utilizzano i denari in maniera adeguata. Anche nella crisi del coronavirus devono continuare a valere i principi essenziali dell’Ue”. E’ stata netta la risposta di Di Maio. “L’Italia piange oggi le vittime del coronavirus, ma ha pianto e piange ancora le vittime di mafia. Non è per fare polemica, ma non accetto che in questo momento si facciano considerazioni del genere”, ha aggiunto il capo della Farnesina nella trasmissione di Rai1. Concetto poi ribadito sulla sua pagina Facebook: “Non voglio aprire polemiche perché, francamente, qui in Italia non ne abbiamo nemmeno il tempo, ma lasciatemi dire che trovo vergognosi inaccettabili i toni usati dal giornale tedesco. Mi auguro che Berlino li condanni e si dissoci”.
Il ministro ha concluso con un richiamo: “Questo non è un gioco, non è una partita tra due o più Paesi. Le persone stanno morendo e l’Europa ha il dovere di rispondere. Serve un messaggio di unità, e a chiederlo non è l’Italia, ma tutto il popolo europeo”.

Roberto Brunelli – agi.it

 

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