Giustizia estera: Russia: il Parlamento vota la depenalizzazione per chi picchia la moglie e figli. Ma Putin non firmerà.

Giustizia estera: Russia: il Parlamento vota la depenalizzazione per chi picchia la moglie e figli. Ma Putin non firmerà.

01b9d426bc1643a28ae3819c09dc08f4-k0qg-u4328022333317662-1224x916corriere-web-sezioniMOSCA – Nel paese che forse fa segnare il maggior numero di donne uccise in famiglia, il parlamento ha depenalizzato la violenza «leggera» all’interno delle mura domestiche. Non appena ci saranno il sì della Camera alta e la firma di Putin picchiare il coniuge e i figli non sarà più un reato.

E il colpevole sarà soggetto solo a una multa che potrà arrivare a 500 euro. Il punto di partenza di questa iniziativa che ha visto la Duma votare compatta è in realtà una criticata decisione della Corte Suprema dell’estate scorsa. La Corte ha stabilito che picchiare qualcuno non è più reato in Russia, a meno che la cosa non avvenga in famiglia. In sostanza oggi un padre che dà uno schiaffo al figlio è perseguibile penalmente, mentre se a menar le mani è un estraneo, la cosa non è più contro il codice penale. Così alcuni deputati conservatori del partito del presidente Putin ha presentato una “proposta-toppa” che appare quasi peggio del “buco” che si voleva sistemare. Chi usa le mani in famiglia, e non solo nei confronti dei figli ma anche del coniuge, rimane impunito se è la sua prima volta. Solo nel caso in cui l’aggressore torni ad attaccare lo stesso familiare potrà essere processato in sede penale e punito con il carcere, e in ogni caso solo se la vittima riuscirà a dimostrare i fatti, perché la giustizia non agirà d’ufficio. «Le vittime dovranno riunire da sé tutte le prove dell’aggressione e andare a tutte le udienze in tribunale per dimostrarla. È assurdo che non si agisca d’ufficio. In pratica l’aggredito deve indagare sul proprio caso», ha spiegato a Efe Mari Davtian, avvocata esperta di violenze di genere.

Le proteste

Contro la legge sono insorti tutti i gruppi che si occupano di protezione delle donne e dell’infanzia. In Russia le statistiche non sono molto affidabili, ma secondo dati del 2010 diffusi dalle Nazioni Unite, la situazione è gravissima. Su 143 milioni di abitanti, 14 mila donne sarebbero state ammazzate da parenti o mariti in dodici mesi. Altre organizzazioni non governative forniscono cifre simili per i periodi successivi. Tanto per avere un’idea, in Italia le statistiche ufficiali parlano di 179 donne uccise nel 2013. Negli Stati Uniti, paese di 320 milioni di abitanti, le donne uccise in un anno sono attorno al migliaio. Ma le cifre russe non sono confermate dalle autorità che invece si rifanno a dati del ministero dell’Interno secondo i quali le donne uccise in 18 mesi sarebbero state meno di 600. In ogni caso, la questione della violenza domestica è percepita come molto seria nel paese. E qui non parliamo di un ceffone ai figli ma di quello che mariti spesso ubriachi compiono nei confronti delle mogli. Se la legge sarà approvata dalla Camera Alta, dovrà andare alla firma del presidente. E Putin poche settimane fa si è espresso chiaramente contro l’abitudine (non solo russa) di tirare sberle in famiglia: «Meglio non alzare le mani e non richiamarsi a questo tipo di tradizioni. Non è una buona idea e fa male alla famiglia».

dal Corriere della Sera

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