Bankitalia: smart working nelle imprese vola, 1,8 mln lavoratori

Bankitalia: smart working nelle imprese vola, 1,8 mln lavoratori

Roma  (askanews) – La pandemia ha comportato un forte aumento nel ricorso allo smart working: le imprese che lo utilizzano sono passate dal 28,7% del 2019 all’82,3% nel 2020; così come è cresciuto il numero dei lavoratori del settore privato non agricolo, da meno di 200 mila a 1,8 milioni, cioè il 14,4% (un anno prima la percentuale era inferiore all’1,5%). Nel settore della pubblica amministrazione l’incremento è stato “massiccio”. La fotografia emerge da tre paper della Banca d’Italia.

Gli effetti dello smart working sui lavoratori e sulle imprese del settore privato, si legge, “sarebbero positivi, in quanto sono stati preservati livelli salariali e occupazione. Il lavoro agile avrebbe contribuito a limitare le conseguenze negative della pandemia sulla domanda aggregata e sull’occupazione”.

Nell’ambito delle imprese del settore privato, secondo Bankitalia, vi è una correlazione positiva, economicamente e statisticamente rilevante, tra il ricorso allo smart working e la quota di lavoratori che lo utilizzano da un lato e la telelavorabilità delle attività, la frazione di occupazione femminile, la retribuzione media e l’adozione di tecnologie cloud dall’altro. Il ricorso allo smart working “ha consentito di limitare l’impatto negativo su produzione, fatturato e occupazione delle imprese”. Ciò è avvenuto in maniera “molto eterogenea, in quanto l’utilizzo del lavoro da remoto dipende da: tipo di attività svolta, caratteristiche delle imprese, quali dimensione, dotazioni tecnologiche e infrastrutturali, capitale fisico e umano, esperienza sullo smart working maturata”.

L’incremento ha riguardato soprattutto donne, lavoratori di grandi imprese e specifici settori a mansioni più “telelavorabili” (in particolare informazione e comunicazione, nonché attività finanziarie e assicurative).

In media i dipendenti in smart working hanno lavorato più ore (6%) e hanno fatto meno ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni rispetto a quelli che non hanno usufruito del lavoro da remoto. Lo smart working è stato usato più dalle figure manageriali e impiegatizie rispetto agli operai e più dai diplomati e laureati rispetto a chi ha una licenza media o inferiore.

Quanto alle amministrazioni pubbliche, la percentuale di lavoratori che hanno lavorato da casa almeno una volta a settimana è passata dal 2,4% del 2019 al 33% del II trimestre 2020. Anche in questo caso, a usufruire di più del lavoro da remoto sono state le donne e i lavoratori più istruiti.

L’uso dello smart working nella P.a. è stato limitato però da diversi fattori: un limite “naturale” alla telelavorabilità di alcune funzioni del settore pubblico e un limite legato a ridotte competenze del personale, mentre gli investimenti in dotazioni informatiche sostenuti dagli enti non hanno inciso in maniera significativa.

Redazione

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