Lettera di Marco Rotondo, presidente dell’associazione “Vicino agli ultimi”, alla Redazione.

Lettera di Marco Rotondo, presidente dell’associazione “Vicino agli ultimi”, alla Redazione.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Fregene, 26.09.2018 – Si sente parlare continuamente dagli uni e dagli altri politici che bisogna sostenere le famiglie, aiutare i poveri ad uscire dalla povertà, fare leggi e leggine contro la violenza sulle donne, i bambini, etc. etc. Intanto il tempo passa e le cose non si fanno o si fanno a metà.

Ci sono piccole associazioni di gente comune, e di persone dotate di sensibilità umana, semplicemente umana, che invece si sforzano con risorse personali e con il contributo di gente che comprende le iniziative e sacrifica un po del suo tempo e qualche soldo per aiutare “gli ultimi”.

Io, da quando ho fondato l’associazione “Giuseppe Rotondo – Vicino agli ultimi”, ho deciso da tempo di impegnarmi in questo senso, Ci ho provato anche politicamente, forse non sono stato capito, o forse non appartenendo alla “casta” non sono stato preso in considerazione.

Ma insisto e insisterò fino alla morte per dare voce a chi voce non ha, per aiutare nel mio piccolo e con chi mi vuole sostenere, chi ha bisogno di un piccolo gesto, economico o di lotta per ottenere un diritto.

Il diritto alla vita, a una vita decente, a spazi per i bambini, per anziani, per i malati, i bisognosi di ogni tipo.

Continuerò con iniziative, proposte, idee, progetti, critiche, richieste, donazioni in denaro, materiali, attrezzature e spazi nella mia palestra, e comunque partendo dalla promozione della famiglia come cellula fondamentale della società, chiave del futuro, affinchè lo stato e tutti noi contribuiamo al sostegno delle famiglie, tutte le famiglie, in particolare quelle con più figli, senza sostegno economico, e quelle che sempre più di frequente si fanno carico da sole dei propri anziani o dei familiari con disabilità.

Dobbiamo batterci, e io lo farò sempre, per far attuare politiche di sostegno ai tanti giovani che una famiglia intendono costruirla, ma sono frenati da condizioni di precarietà e carenza di lavoro.

Si tratta semplicemente di aiutare le famiglie ad aprirsi e a non ripiegarsi sulle proprie difficoltà.

Si deve restituire dignità alle famiglie, ai poveri, agli emarginati,  applicando il principio della sussidiarietà, che è una cosa che dovrebbe fare lo Stato, ma che in attesa, tutti coloro che hanno capito che il tempo passa, dovrebbero darsi da fare per aprire il proprio cuore e magari il portafoglio. L’attesa a volte è mortale.

Continuerò quindi con le mie iniziative, come ho detto in una recente intervista.

Manifestazioni sportive come la recente partita del cuore, I° Memorial Giuseppe Rotondo, dedicata a mio padre deceduto da poco, il cui incasso è andato in beneficenza, e le varie cene  e iniziative per raccogliere fondi per famiglie in difficoltà. Non mi fermerò perché ci credo fermamente, anche continuando a credere nell’impegno politico per questi fini.

Grazie, Marco Rotondo

Presidente dell’Associazione “Giuseppe Rotondo – Vicino agli ultimi”

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