
Parigi presenta la riforma delle pensioni. La rabbia dei sindacati aumenta
Fine dei regimi speciali, sistema universale con punti indicizzati sui salari, età “di riferimento” a 64 anni: sono i principali punti del progetto di riforma delle pensioni presentato oggi dal primo ministro francese, Edouard Philippe. I sindacati non l’hanno gradito, nonostante le rassicurazioni che la riforma non riguarderà i nati prima del 1975 mantenendo l’età legale di pensionamento a 62 anni, e hanno confermato gli scioperi che vanno avanti da una settimana, con la promessa di inasprirli.
“Non ci saranno vincitori o vinti” con la riforma, ha affermato il capo di governo in un discorso di un’ora al Consiglio economico, sociale e ambientale (Cese), assicurando che non vi è una “battaglia”. Ma la battaglia l’hanno confermata i sindacati. Laurent Berger, il segretario generale del Cfdt, l’unico sindacato che sostiene un sistema universale punti, ha dichiarato che la linea rossa è stata oltrepassata con l’innalzamento, a partire dal 2027, dell’età a 64 anni.
L’età legale rimarrà a 62 anni, con “un’età di equilibrio” gradualmente portata a 64 anni e “un sistema di bonus-malus”, aveva precisato il primo ministro. Laurent Escure, il leader di Unsa, l’unione sindacale riformista, l’ha definito una “spiacevole sorpresa”.
Philippe propone “un nuovo patto tra le generazioni”
“È giunto il momento di costruire un sistema universale di pensioni”, ha premesso Philippe. “Proponiamo un nuovo patto tra le generazioni, un patto fedele nel suo spirito a quello che il Consiglio Nazionale della Resistenza ha immaginato e attuato nel dopoguerra”, ha continuato il primo ministro che sottolinea di aver “ascoltato” e “compreso” le parti sociali e tutti i francesi. “Non esiste un programma nascosto, non stiamo cercando piccole economie”, ha rassicurato il premier.
“La nostra ambizione di universalità è un’ambizione di giustizia sociale, non vogliamo fare del male a nessuno, non ci saranno né vincitore ne’ vinti”, ha aggiunto. Tuttavia ritiene che a guadagnare saranno “le donne” con ulteriori punti assegnati “dal primo figlio”, ha spiegato. “Stiamo costruendo un sistema pensionistico più giusto per le donne”, ha confermato il capo dell’esecutivo. “I più ricchi pagheranno un contributo di solidarietà più elevato rispetto ad oggi”,
La pensione minima garantita sarà di mille euro e “poi equiparata all’85% della paga minima”, possibilità di lasciare due anni prima, aumento del 5% dal primo figlio incluso. Tutto rientra tra le misure presentate. La generazione “che avrà 18 anni nel 2022 sarà la prima a integrare il sistema universale”. La discussione approderà in Parlamento a fine gennaio e l’approvazione finale è prevista per l’estate. (agi)
Braham Mahaarad