Pakistan. Sentenza contro il dramma spose-bambine. Maira lascia la casa del rapitore
AgenPress – Il tribunale pakistano di Faisalabad ha ribaltato una precedente sentenza che sanciva il matrimonio fra Maira Shahbaz, 14enne cattolica di Madina Town rapita lo scorso aprile e costretta alla conversione all’Islam, e il presunto responsabile dei reati, Mohamad Nakash.Lo riferisce la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. La nuova decisione si basa sul riconoscimento del certificato di nascita di Maira quale prova della sua minore età al tempo del presunto matrimonio. Il giudice ha disposto che la minorenne lasci l’abitazione del sequestratore e venga trasferita a Dar ul Aman, un rifugio per donne, a condizione che non abbia contatti con i familiari. La ragazza vi alloggerà fino al momento della sentenza definitiva dell’Alta Corte di Lahore, innanzi alla quale è stata fissata un’udienza la prossima settimana.
In un colloquio con la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre Lala Daniel ha sottolineato che «se la polizia e i tribunali sanno di essere seguiti dall’opinione pubblica occidentale saranno indotti a seguire la legge invece di cedere ai gruppi estremisti che non sono a favore dei cristiani». Ha aggiunto che il trasferimento di Maira dalla casa del rapitore è «un miracolo», perché se vi fosse rimasta sarebbe stata indotta alla prostituzione.
Khalil Tahir Sandhu, legale di Maira e dei suoi familiari nel processo innanzi l’Alta Corte di Lahore, ha riferito ad Aiuto alla Chiesa che Soffre: «Quanto alle prove per dimostrare la minore età di Maira siamo su basi solide grazie al certificato di nascita e altri documenti ufficiali. Confido in un esito positivo».
Redazione