NON SI DEVONO COMBATTERE LE PERSONE MA IL MALE CHE LE ISPIRA
ROMA\ aise\ – “Come vivo la mia vita di fede? Vado incontro agli altri oppure sono contro gli altri? Appartengo alla Chiesa universale (buoni e cattivi, tutti) oppure ho una ideologia selettiva? Adoro Dio o adoro le formulazioni dogmatiche? Com’è la mia vita religiosa? La fede in Dio che professo mi rende amichevole oppure ostile verso chi è diverso da me?”. Queste le domande che Papa Francesco ha rivolto idealmente a tutti i cattolici durante l’udienza generale di questa mattina. Proseguendo il ciclo di catechesi sugli Atti degli Apostoli e soffermandosi su Saulo e la sua conversione – “da persecutore ad evangelizzatore” – il Papa ha ribadito l’importanza del Battesimo, fonte di “nuova vita”.
“A partire dall’episodio della lapidazione di Stefano, compare una figura che, accanto a quella di Pietro, è la più presente ed incisiva negli Atti degli Apostoli: quella di “un giovane, chiamato Saulo”. All’inizio – ha spiegato il papa – è descritto come uno che approva la morte di Stefano e vuole distruggere la Chiesa; ma poi diventerà lo strumento scelto da Dio per annunciare il Vangelo alle genti”.
“Con l’autorizzazione del sommo sacerdote, Saulo dà la caccia ai cristiani e li cattura. Voi, che venite da alcuni popoli che sono stati perseguitati dalle dittature, voi capite bene cosa significa dare la caccia alla gente e catturarla. Così faceva Saulo”, ha aggiunto il Papa. “E questo lo fa pensando di servire la Legge del Signore. Dice Luca che Saulo “spirava” “minacce e stragi contro i discepoli del Signore”: in lui c’è un soffio che sa di morte, non di vita. Il giovane Saulo è ritratto come un intransigente, cioè uno che manifesta intolleranza verso chi la pensa diversamente da sé, assolutizza la propria identità politica o religiosa e riduce l’altro a potenziale nemico da combattere. Un ideologo”.
In Saulo, ha osservato Francesco, “la religione si era trasformata in ideologia: ideologia religiosa, ideologia sociale, ideologia politica. Solo dopo essere stato trasformato da Cristo, allora insegnerà che la vera battaglia “non è contro la carne e il sangue, ma contro […] i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male”. Insegnerà che non si devono combattere le persone, ma il male che ispira le loro azioni. La condizione rabbiosa – perché Saulo era rabbioso – e conflittuale di Saulo invita ciascuno a interrogarsi: come vivo la mia vita di fede? Vado incontro agli altri oppure sono contro gli altri? Appartengo alla Chiesa universale (buoni e cattivi, tutti) oppure ho una ideologia selettiva? Adoro Dio o adoro le formulazioni dogmatiche? Com’è la mia vita religiosa? La fede in Dio che professo mi rende amichevole oppure ostile verso chi è diverso da me?”.
Poi la conversione: “Luca – ha aggiunto il Santo Padre – racconta che, mentre Saulo è tutto intento ad estirpare la comunità cristiana, il Signore è sulle sue tracce per toccargli il cuore e convertirlo a sé. È il metodo del Signore: tocca il cuore. Il Risorto prende l’iniziativa e si manifesta a Saulo sulla via di Damasco, evento che viene narrato per ben tre volte nel Libro degli Atti. Attraverso il binomio “luce” e “voce”, tipico delle teofanie, il Risorto appare a Saulo e gli chiede conto della sua furia fratricida: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Qui il Risorto manifesta il suo essere una cosa sola con quanti credono in Lui: colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo stesso! Anche coloro che sono ideologi perché vogliono la “purità” – tra virgolette – della Chiesa, colpiscono Cristo”.
Come riportato dagli Atti, “la voce di Gesù dice a Saulo: “Alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare”. Una volta in piedi, però, Saulo non vede più nulla, è diventato cieco, e da uomo forte, autorevole e indipendente diventa debole, bisognoso e dipendente dagli altri, perché non vede. La luce di Cristo lo ha abbagliato e reso cieco: “Appare così anche esteriormente ciò che era la sua realtà interiore, la sua cecità nei confronti della verità, della luce che è Cristo”. Da questo “corpo a corpo” tra Saulo e il Risorto – ha sottolineato papa Francesco – prende il via una trasformazione che mostra la “pasqua personale” di Saulo, il suo passaggio dalla morte alla vita: ciò che prima era gloria diventa “spazzatura” da rigettare per acquistare il vero guadagno che è Cristo e la vita in Lui”.
“Paolo riceve il Battesimo. Il Battesimo segna così per Saulo, come per ciascuno di noi, l’inizio di una vita nuova, ed è accompagnato da uno sguardo nuovo su Dio, su sé stesso e sugli altri, che da nemici diventano ormai fratelli in Cristo. Chiediamo al Padre – ha concluso il Papa – che faccia sperimentare anche a noi, come a Saulo, l’impatto con il suo amore che solo può fare di un cuore di pietra un cuore di carne, capace di accogliere in sé “gli stessi sentimenti di Cristo Gesù””. (aise)