Trump chiede i danni alla Cina per il Covid

Trump chiede i danni alla Cina per il Covid

AGI – Donald Trump chiede i danni alla Cina per il Covid-19 e irrompe a gamba tesa nel dibattito già infuocato sulle origini del coronavirus. “E’ arrivato il momento, per l’America e per il mondo, di chiedere riparazioni e di ritenere responsabile il Partito comunista cinese. La Cina deve pagare, deve pagare”, dichiara The Donald durante la convention repubblicana della Carolina del Nord, a Greenville, una prova generale (su scala ridotta) del suo ritorno in pista con i MAGA rally della campagna d’estate.

“Anche i media democratici lo dicono”

Ora anche i media e i democratici stanno ammettendo che l’origine del virus è in un laboratorio del governo cinese”, afferma l’ex presidente che per primo ha sostenuto questa teoria, subito scartata dalla maggioranza degli scienziati (compreso il virologo Anthony Fauci) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (che ancora all’inizio dell’anno la definiva “altamente improbabile”). Un’ipotesi, quella della fuga dal laboratorio, che sta guadagnando sempre più slancio. Joe Biden ha ordinato agli 007 di indagare, Fauci vuole vedere le cartelle cliniche dei ricercatori di Wuhan che si sono ammalati nel novembre del 2019 ed è giallo sul perché abbiano aspettato fino a ora. Per Trump, Pechino dovrebbe pagare 10.000 miliardi di dollari mentre tutti i Paesi che devono soldi alla superpotenza asiatica dovrebbero vedere il loro debito azzerato “come anticipo sulle riparazioni”.

“Un conto da 10mila miliardi”

Le nazioni del pianeta “dovrebbero essere unite nel presentare alla Cina un conto da 10.000 miliardi di dollari per compensare i danni che ha provocato – insiste Trump guadagnandosi una standing ovation – i danni sono molto, molto maggiori”. Quanto a Fauci, “ha sempre sbagliato”, sostiene l’ex capo della Casa Bianca che rivendica il merito del successo dei vaccini, “Fauci è un grande promoter, un pessimo medico ma un grande promoter, gli piace andare in tv più che a tutti i politici in questa sala”. Ovviamente non risparmia Joe Biden, accusato di “distruggere il paese” con le politiche “più radicali della storia americana” sull’immigrazione, le armi, con la “cancel culture”. Ma “ci riprenderemo il Paese”, assicura l’ex comandante in capo, pronto a guidare il partito alla vittoria alle elezioni di metà mandato del 2022, con la riconquista di Camera e Senato, mentre lui guarda “con impazienza” al 2024, quando potrebbe ricandidarsi alla presidenza. Esclude di candidarsi per un posto in Senato invece la nuora e advisor Lara Trump, che lo ha accompagnato a Greenville. L’ex presidente annuncia dunque il suo endorsement per il repubblicano Ted Budd, 49 anni. “Ma non significa che in futuro non possa decidere di entrare in campo”, precisa Lara, prima di lasciare di nuovo la scena a Trump, salito sul palco (davanti a un migliaio di ospiti paganti) sulle note di “God Bless The Usa” proprio come ai MAGA rally.

Le nuove accuse di frodi elettorali

Trump ha rilanciato tutti i suoi slogan elettorali, a partire dal fatto che l’elezione del 2020 gli è stata rubata. “Le prove sono troppo voluminose per menzionarle”. E infatti non le menziona ma torna a parlare di persone decedute che avrebbero votato, di Facebook che avrebbe aiutato i liberal e degli indiani (intendendo i nativi americani) che sarebbero stati pagati per votare dem. “E’ stata un’elezione da terzo mondo come non si era mai vista prima e non dovrà succedere mai più”, avverte, “non sono qui per minare la democrazia ma per tentare di salvarla”.

Il suo messaggio alla nazione è “sono tornato” e sono qui per restare, almeno fino al 2022, quando deciderà se ricorrere per la presidenza in base all’esito del midterm. Quanto al bando di Facebook per almeno due anni (quindi a elezioni di metà mandato passate) si dice “poco interessato” a tornarvi, lasciando intendere che troverà un social alternativo.

Se il New York Times parla di un Trump dall’appeal in calo, con nessuno che lo insegue più quando si sposta dal suo golf club di Bedminster alla Trump Tower di New York, i sondaggi confermano la sua forte presa sul partito repubblicano. Per Quinnipiac, l’85% del Grand Old Party lo vuole ricandidato alla Casa Bianca nel 2024.
Il comizio dell’ex presidente si è chiuso come sempre sulle note di YMCA dei Village People ma c’è stata una new entry nella playlist: “My Heart Will Go On” (tema principale del film “Titanic”), sull’amore che supera ogni confine, anche quello dello spazio e del tempo. Trump compirà 75 anni il prossimo 14 giugno, nel 2024 ne avrà 78. Mai dire mai, soprattutto quando c’è di mezzo The Donald.

Redazione

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