Quel sorriso era la diplomazia di David Sassoli, “il presidente buono”

Quel sorriso era la diplomazia di David Sassoli, “il presidente buono”

AGI – Nella foto commemorativa, appoggiata sul tavolo che da questa mattina ospita il libro del cordoglio, lui abbozza un sorriso. Nonostante fosse lo scatto istituzionale. Alle sue spalle c’è la bandiera europea. E a fianco al tavolo è eretta un altro vessillo blu con le stelle dorate, che sembra vegliare su quel ritratto che forse doveva essere destinato per il termine del suo mandato, per affiancarlo ai quindici ex presidenti sulla parete del corridoio dell’Eurocamera. Ma David Sassoli non sarà mai exSe n’è andato da presidente, all’età di 65 anni, poco dopo l’una di notte dall’ospedale di Aviano, dov’era ricoverato dal 26 dicembre scorso. È stato vinto da una malattia contro cui aveva già combattuto anni fa.

Il sorriso e la bandiera europea riassumono la vita, la passione e l’impegno di Sassoli. Quel sorriso, che non gli è mai mancato, che oggi in tanti hanno ricordato. Le pagine del libro delle condoglianze, su quel tavolo al terzo piano dell’edificio di Bruxelles, sono state inondate d’inchiostro nel giro di poche ore dai messaggi commossi. In tante lingue e con firme di diversa caratura. Tra le prime quella dell’ambasciatore Piero Benassi, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue.

“È un giorno molto triste caro presidente. Ero, eravamo tutti abituati alla tua presenza, al tuo sorriso, al tuo ruolo così alto e allo stesso tempo autorevole”, ha scritto nel suo lungo e cordiale messaggio di cordoglio. “Addio al miglior presidente del Pe”, è invece la riga lasciata da un’interprete croata. Roberta Metsola, presidente a interim e attuale candidata alla successione, ha rinnovato il suo “forte abbraccio”.

Al nono piano, davanti a quello che era il suo ufficio ci sono solo due guardie. Che, con tatto, rimandano indietro chi va cercando qualche ultimo ricordo. Il suo ufficio è vuoto. Così come la sua agenda, rimasta ferma all’ultima settimana di dicembre. Tutti gli impegni ufficiali erano stati cancellati ieri, quando è stata diffusa la notizia del suo ricovero.

Quel sorriso era la diplomazia di Sassoli, “il presidente buono”. Sorrideva anche quando i giornalisti lo stuzzicavano con domande che lo avrebbero indotto a pungere gli avversari politici. Sorrideva quando, nel suo sacro ruolo istituzionale, accoglieva leader di forze politiche che si battevano per un’Europa opposta alla sua. E oggi tutti, in primis quegli avversari, gli riconoscono la lealtà nelle azioni, l’eleganza nei modi, la coerenza nei valori.

Sassoli era benvoluto, anche da chi lavorava per l’Istituzione che lui guidava. E che era così orgoglioso di essere riuscito a mantenere viva e operativa anche nei momenti più bui e difficili della pandemia. Centinaia di persone, tra politici, staff, funzionari, lo hanno dimostrato con un momento di raccoglimento quasi spontaneo. Convocato – con poco preavviso – per le 13 dal Gruppo dei Socialisti e democratici, di cui faceva parte Sassoli. Centinaia di persone si sono ritrovate nell’esplanade antistante il Parlamento per un minuto di silenzio e un lungo applauso. Un ultimo abbraccio collettivo a David. La commozione ha tradito non pochi, tra tutti la presidente del Gruppo S&d, la spagnola Iratxe Garcia Perez, “devastata dalla notizia”.

Nella stessa piazza la bandiera dell’Unione è stata listata a lutto, così quelle che contornano i Palazzi della Commissione e del Consiglio. In un inchino al presidente a cui si è unito anche il Bundestag tedesco.

E mai come oggi era stato usato l’italiano nei messaggi, ufficiali e personali. Un omaggio al presidente italiano che quando gli uscieri lo annunciavano per l’avvio della seduta plenaria esordiva con “Eccoci”. In italiano ha parlato anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha convocato i giornalisti per una dichiarazione alla stampa alle 11.30.

“È un giorno triste per l’Europa. Oggi la nostra Unione perde un convinto europeista, un sincero democratico, e un uomo buono”, ha detto vestita a lutto, triste nel volto. “David Sassoli era un uomo di fede profonda e forti convinzioni. Amato da tutti per il suo sorriso e la gentilezza, sapeva anche combattere per ciò in cui credeva. Nel 1989, quando cadde il muro, era a Berlino tra i giovani europei. E da allora si è sempre schierato dalla parte della democrazia e per un’Europa unita. In oltre dieci anni di servizio al Parlamento europeo, ha difeso strenuamente l’Unione e i suoi valori. Ma credeva anche che l’Europa dovesse essere più ambiziosa. Voleva un’Europa più unita, più vicina alle persone, più fedele ai suoi valori. È questa la sua eredità”, ha continuato in inglese. “Ed è così che lo ricorderò. Un uomo che ha lottato per la giustizia e la solidarietà, e un buon amico. I miei pensieri vanno alla moglie, Alessandra, ai figli Giulio e Livia, e a tutti i suoi amici”, ha concluso in italiano.

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e il presidente francese, Emmanuel Macron, lo hanno ricordato nella conferenza stampa congiunta a Parigi. “Non era solo il presidente del Parlamento europeo ma era un amico“, ha esortato il capo dell’Eliseo che si è detto “profondamente triste”. “Sassoli è stato un grande europeista, appassionato, generoso, autentico”, ha confermato Michel. “Ha contribuito, con competenza, eleganza e intelligenza, a forgiare alla guida del Parlamento europeo decisioni importanti”, ha aggiunto.

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© AGF

David Sassoli, Mario Draghi e Sergio Mattarella

Risulta davvero difficile elencare i messaggi arrivati dalla bolla europea e non solo. Uno tsunami di affetto a cui hanno partecipato, tra gli altri, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, la presidente della Bce, Christine Lagare, il premier spagnolo, Pedro Sanchez, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz; il premier polacco, Mateusz Morawiecki, con cui il confronto era molto acceso. L’arco parlamentare, al completo, si è espresso già nelle prime ore della mattina. Sassoli era il presidente di tutti.

Domani il collegio dei commissari si riunirà in un seminario che si aprirà con un minuto di silenzio. “Ricorderemo la tua figura di leader democratico ed europeista. Eri un uomo limpido, generoso, allegro, popolare”, ha twittato Paolo Gentiloni, commissario all’Economia. Solo per citare l’amico più caro. Ma del collegio non si è fatto mancare nessuno. Dall’Alto rappresentante Josep Borrell al vice presidente Valdis Dombrovskis.

La camera ardente per l’ultimo saluto al presidente si terrà giovedì in Campidoglio. I funeralì, a cui potrebbe partecipare anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si terranno venerdì alle 12 nella chiesa Santa Maria degli Angeli, a Roma.

Lunedì si terrà invece una cerimonia di commemorazione a Strasburgo. Era già in programma una sessione plenaria, la prima dell’anno che sarebbe stata l’ultima sotto la sua presidenza. Parteciperanno Michel e von der Leyen, probabilmente anche Macron. Il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, leggerà il discorso ufficiale. Una banda suonerà l’inno. Per l’ultima volta di Sassoli al Parlamento di Strasburgo. La sua seconda casa.

Credo che aver tenuto il Parlamento aperto e non aver fatto mancare nessuna misura ai nostri cittadini sia stato il risultato di cui io sono più fiero. Ovviamente l’ho fatto insieme all’amministrazione del Parlamento, ai gruppi politici. Tutte le scelte che abbiamo fatto, le abbiamo sempre condivise”, diceva ai giornalisti lo scorso 16 dicembre dopo la sua partecipazione al vertice europeo. Perché la volontà di Sassoli era prima di tutto quello di essere al servizio dei cittadin europei.

“È il dovere delle Istituzioni europee di proteggere i più deboli e non chiedere altri sacrifici, aggiungendo dolore al dolore”, esortava nel suo messaggio di auguri per il Natale, tre giorni prima del ricovero. “Il periodo del Natale è il periodo della nascita della speranza. E la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie. Auguri a noi, auguri alla nostra speranza”. Addio presidente.

Redazione

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