
Il discorso del premio Nobel: “Non c’è alcuna crisi climatica”
Mi è stato chiesto di dare un breve discorso che fosse di ispirazione per i giovani scienziati coreani. Non ero sicuro delle cose da dire, ma ecco qui quanto di meglio son riuscito a fare. Per la verità esso ha poco a che fare con la fisica quantistica ma, lo stesso, ecco alcuni miei pensieri che potrebbero essere d’ispirazione per i giovani scienziati. È da molto tempo che sono un fisico sperimentale – in realtà lo sono stato per tutta la mia vita – e nel laboratorio di fisica ho avuto il privilegio di poter letteralmente parlare con Dio, anche se mi considero ateo. Perché è proprio in un laboratorio di fisica che io sono in grado di porre precise e matematicamente fondate domande e, in corrispondenza, ottenere risposte. Ho così letteralmente “osservato” delle verità universali. E l’ho fatto tramite accurate misurazioni dei fenomeni naturali.
È stato nel laboratorio di fisica che una volta ho risolto il dibattito tra Albert Einstein e Erwin Schrödinger, da una parte, e Niels Bohr e John Von Neumann, dall’altra. In laboratorio ho posto una semplice domanda e cioè quale di questi due gruppi avesse ragione e quale torto. Non conoscevo in anticipo la risposta che avrei ottenuto; sapevo solo che avrei potuto ottenere una risposta. E in essa ho così trovato la reale verità. Sono convinto che la reale verità può essere trovata solo osservando attentamente i fenomeni naturali. La buona scienza si basa sempre su buoni esperimenti e le buone osservazioni prevalgono sempre sulle elucubrazioni della teoria. Naturalmente, gli esperimenti approssimativi sono controproducenti e forniscono disinformazione scientifica: ecco perché i bravi scienziati ripetono con molta attenzione gli esperimenti degli altri.
La lotta contro la pseudoscienza
Per ispirare i giovani scienziati, suggerirei che è oggi il momento giusto per osservare attentamente la natura. Perché? Perché a me sembra che oggigiorno il mondo attuale è saturo, letteralmente inondato, di pseudoscienza, di cattiva scienza, di abbagli, di disinformazione e di persone che chiamerò tecnocon. I tecnocon sono coloro che usano la disinformazione scientifica a fini opportunistici: sono burocrati, politici, direttori di laboratorio di nomina politica, e simili, sono sommersi dalla disinformazione scientifica e a volte la creano ed alimentano.
Il mio obiettivo qui, ora, è solo cercare di ispirare voi giovani scienziati a osservare direttamente la natura, in modo che anche voi possiate determinare la reale verità e utilizzare le informazioni ottenute da esperimenti accuratamente eseguiti per fermare la diffusione degli abbagli, della disinformazione deliberata e dei tecnocon. (…)
La crisi climatica: verità o pseudoscienza?
Ora, io non sono l’unico a stare a notare la pericolosa proliferazione della pseudoscienza. Recentemente, se n’è accorta anche la Fondazione Nobel che, per affrontare il problema, ha formato un nuovo comitato di esperti, chiamato Ipie: «International panel on information environment» (Comitato internazionale sull’ambiente dell’informazione). L’intenzione della Fondazione è di prendere a modello l’Ipcc, l’International Panel on climate change delle Nazioni unite. Personalmente, ritengo che stiano commettendo un grosso errore in questo sforzo, perché a mio avviso l’Ipcc è una delle più pericolose fonti disinformazione.
E ora passo ad avanzare raccomandazioni che dovrebbero favorire questo nuovo comitato a raggiungere i propri obiettivi. In passato noi scienziati facevamo anche da revisori (referee) per gli articoli che ciascuno di noi proponeva di pubblicare nelle riviste scientifiche più quotate. Facevamo questo proprio per evitare la pubblicazione di abbagli e la proliferazione della disinformazione scientifica. Recentemente sembra che questo processo faccia cilecca, ma bisognerebbe dargli nuovo vigore. E siccome nel corso della mia carriera di scienziato mi è stato spesso chiesto di revisionare molti articoli di riviste scientifiche, qui offrirò alcuni consigli.
Non vi è alcuna crisi da cambiamenti climatico
La prima cosa molto importante è che il vostro lavoro sia basato su attente osservazioni. Dovete sforzarvi di riconoscere quelli che io chiamerò «elefanti nella stanza», in bella vista… “nascosti”. Dovete imparare a porre domande molto semplici. Per esempio, io stesso nella mia ricerca ho trovato un elefante nella stanza: ne parlerò alla mia conferenza sulla meccanica quantistica, come da programma. Un altro elefante nella stanza che ho recentemente scoperto riguarda il cambiamento climatico: son convinto che non vi sia alcuna crisi da cambiamento climatico.
La verità vera può essere trovata se e solo se si impara a riconoscere e a usare la buona scienza; è questo è particolarmente vero quando la reale verità è politicamente scorretta e non appoggia i desideri dei leader politici o gli interessi e gli obiettivi di chi fa affari con la politica. Anche la comunità scientifica può a volte farsi illudere dalla pseudoscienza.
Anche la comunità scientifica può a volte farsi illudere dalla pseudoscienza. Ricordiamo che se si vuole che la pseudoscienza passi per scienza vera basta girarla a piacimento e farla diventare “vera”. È importante, allora, che un revisore conosca e utilizzi una fisica che sia matematicamente fondata: un bravo scienziato deve saper derivare e risolvere le equazioni differenziali. Questa è stata la prima cosa che io stesso ho imparato da studente al Caltech. Seguite quindi l’insegnamento di Sir Isaac Newton, che ha scoperto che il mondo è governato da equazioni differenziali. È vero, ha dovuto inventare il calcolo infinitesimale per fare la sua scoperta, ma l’ha fatta.
La scienza come guida verso la verità
Inoltre, un bravo revisore deve saper identificare correttamente i processi dominanti. Come punto di partenza, il modo migliore per farlo è saper effettuare stime dell’ordine di grandezza dei vari processi ipotizzabili. Uno degli esempi che posso fare riguarda il cambiamento climatico: credo che il processo dominante sia stato identificato con un errore di un fattore di 200. Ma se si sbaglia di un fattore 200 – o anche di un fattore 100 – allora il processo vero potrebbe essere troppo piccolo per essere importante. A volte capita che alcuni promuovano nuove idee che sono sbagliate per un fattore di un milione: costoro semplicemente non hanno fatto bene i loro calcoli. La cosa più patetica di tutte è che a volte questi non sanno neanche cosa serve per fare i calcoli corretti: è la loro mancanza di conoscenza scientifica a trasformare la scienza in pseudoscienza, utile poi a promuovere quelli che ho chiamato tecnocon, cioè obiettivi politici opportunistici. I tecnocon sono facilmente smascherati e identificati se si effettuano calcoli sui soli ordini di grandezza. È anche molto importante che un revisore applichi buoni metodi statistici basati sul calcolo e sul buon senso.
Ma fate attenzione: anche se state facendo della buona scienza, potreste imbattervi in aree politicamente scorrette. Ho diversi esempi che ora non ho il tempo di discutere, ma uno posso affermarlo con sicurezza: non esiste una vera crisi climatica e il cambiamento climatico non causa eventi meteorologici estremi. Grazie.
John Clauser, Premio Nobel per la Fisica 2022
ti sul fronte di combattimento. A dirlo all’Adnkronos è l’ex capo del Coi, il generale Marco Bertolini: “Sul campo la guerra sta andando avanti con lo stesso passo di prima, sostanzialmente senza grossi guadagni né da parte russa né da parte ucraina”. Piccole conquista qui, qualche avanzamento di là, ma senza sfondamenti reali come preventivato all’inizio della controffensiva.
Ucraina e Russia: tragica cifra di vittime in arrivo
Mesi e mesi di guerra inutili, ma dall’alto costo in termini di vite umane. Il numero di caduti e feriti tra le forze ucraine e russe è prossimo alla tragica cifra di 500mila secondo quanto calcolato dal New York Times. L’assenza di assistenza medica rapida al fronte e la difficoltà nel trasferimento dei soldati feriti contribuiscono ad aumentare la gravità della situazione. Le stime dei caduti si basano su sulle cifre ufficiali (sicuramente sottostimate), ma anche su immagini satellitari e sulle conferme di fonti di intelligence americane citate dal quotidiano. Secondo queste fonti, Mosca avrebbe lasciato sul campo 300.000 uomini, per la precisione 120.000 caduti e 170-180.000 feriti. Per Kiev invece la conta dei morti sarebbe di 70.000 morti a fronte di 100-120.000 feriti. La differenza però sta tutta nel contingente iniziale: se la Russia può contare se 1,3 milioni di soldati, l’Ucraina non supera i 500mila effettivi.
Riconquista di Melitopol improbabile
Intanto gli sviluppi recenti della guerra in Ucraina indicano che i funzionari dell’intelligence statunitense ritengono improbabile una possibile riconquista della città di Melitopol da parte delle forze ucraine. Secondo il Washington Post, la città attualmente occupata dai russi rappresenta un obiettivo strategico per Kiev per tagliare le linee di rifornimento del nemico tra la Crimea e i territori occupati. La controffensiva ucraina, tuttavia, come confermato sia da fonti Usa che dal generale Bertolini, non procede come sperato. I primi giorni sono stati quasi drammatici per l’Ucraina che si è trovata di fronte ad una linea difensiva russa ben costruita. Secondo fonti Usa ed europee, nei primi mesi di attacco ucraino sarebbe stato danneggiato il 20% delle forniture militari inviate. Kiev è tornata ad attaccare le posizioni del nemico “da lontano” per mezzo di artiglieria, missili e droni. Ma questo rischia di esaurire le scorte di munizioni arrivate dall’Occidente.
Jake Sullivan, il consigliere alla sicurezza nazionale di Joe Biden, al riguardo ha detto: “Non commento le indiscrezioni di intelligence. Negli ultimi due anni ci sono state molte analisi su come la guerra si sarebbe evoluta. Noi stiamo facendo il possibile per sostenere gli ucraini. Non facciamo previsioni perché la guerra, questa guerra, è imprevedibile. Ho fiducia nel coraggio degli ucraini”.
Cambio di narrativa sulla guerra
Inoltre, si discute anche di una possibile modifica della posizione politica dei paesi spettatori della guerra. Fino ad ora, la linea dominante è stata quella di un sostegno assoluto all’Ucraina, ma la percezione che non sia possibile sconfiggere la Russia ha iniziato a far cambiare la narrativa.
“In ambienti Nato si inizia a parlare di cessione di territori in cambio non di pace ma di cessate il fuoco, ovvero di una situazione congelata, suscettibile di essere scongelata magari in un momento diverso”, sottolinea il generale Bertolini all’Adnkronos, aggiungendo che tale ipotesi è stata finora rifiutata sia dall’Ucraina sia dalla Russia. Infatti, un semplice cessate il fuoco senza una vera pace potrebbe permettere all’Ucraina di preparare un nuovo esercito, pronto a combattere in 4-5 anni. “Fino ad ora la parola d’ordine era sostegno ‘senza se e senza ma’ fino alla sconfitta – aggiunge – Ora si vede che non è possibile sconfiggere sul campo la Russia, e si inizia a cambiare la narrativa per preparare le opinioni pubbliche, fino ad ora bombardate solo da messaggi ‘vincere e vinceremo”‘.
Franco Lodige