Musicista e poeta, cantautore dall’animo rock: Franco D’Elia si racconta. L’intervista.

Musicista e poeta, cantautore dall’animo rock: Franco D’Elia si racconta. L’intervista.

Musicista e poeta, cantautore dall’animo rock: Franco D’Elia si racconta tra emozioni terrene e spirituali, viaggi, perlustrazioni nella musica e nella poesia

Si parla di te come esploratore di paesaggi sonori, dall’elettronica all’ambiente, al rock. E tu come ti descrivi?

“Io sono un cantautore, compongo con la chitarra ma non sono un vero chitarrista, la uso per scrivere canzoni. Mi viene in mente una frase, un giro di accordi e da lì nasce una canzone. Testo e musica di solito nascono insieme. La poesia, nella quale amo immergermi, è invece un linguaggio più libero, non prevede né metriche né strutture: mi metto davanti al computer quasi senza pensare e scrivo quello che leggo nella mia mente. Mi lascio andare completamente alla poesia, che, appunto, è un modo di scrivere più libero rispetto alla canzone”.

Ci sono cose che in particolare favoriscono la creatività nei tuoi viaggi artistici?

“In realtà non c’è un vero momento. Come dice una poesia che ho scritto “Sento il Divino arrivare” e il Divino è qualcosa di nuovo, qualcosa che si apre al mondo. Secondo me la frase è giusta perché quando sento l’ispirazione, che io chiamo appunto “il Divino”, allora scrivo.

Da bambino, ragazzino direi, questa sensazione arrivava spesso prima di addormentarmi, quando “sentivo” delle frasi che trascrivevo su un bloc-notes, che tenevo sul comodino. Non c’è un momento della giornata in particolare, quando arriva arriva”.delia1

L’ultimo disco, “Psiche D’Elia, una casa nel silenzio”, un titolo che gioca un po’ con il tuo cognome e con il tuo sentire, è stato prodotto in questo periodo di lockdown. Quali sono state le difficoltà?

“In questo momento è difficilissimo produrre per noi artisti, a meno che non si faccia tutto di nascosto…ma scherzo, non si può fare, naturalmente! E’ già da un anno che mi trovo in Svizzera, sono riuscito ad andare in studio solo un paio di volte ma il nuovo disco è praticamente pronto, mancano soltanto un paio di brani da registrare. Stiamo aspettando che si possa fare di nuovo qualcosa, al momento non c’è possibilità di concludere il lavoro”

Parliamo dei tuoi lavori passati

“Musicalmente parlando la mia storia è un po’ complicata. C’è una canzone che ho scritto anni fa che si intitola “E’ stato facile” e un video girato in Sardegna che in realtà è una canzone scritta almeno dodici, tredici anni fa, forse di più. I miei album sono nati per raccogliere brani nuovi insieme a lavori scritti nel passato, ed è così anche per “Finalmente Liberi”, un album del 2018 che raccoglie pezzi abbastanza vecchi insieme ad altri nuovi, e che contiene il brano “Fuori Fuori”, che è stato accompagnato dal video girato in Marocco, a Rabat. Anche per le poesie è lo stesso, sono state scritte nel tempo, non c’è una vera data, sono brani che non avevo mai pubblicato prima e che ora abbiamo deciso di pubblicare. Tornando ai miei lavori passati, nel 2016 è uscito “In questo Tempo” Vol. I e Vol. II, album di poesie musicate. Un volume “sperimentale” perché in Italia non c’era un prodotto del genere, e che ha avuto anche un buon successo. Il Vol. II, infatti, solo dopo una settimana, è entrato a far parte della top 100 sull’I Tunes Chart, in Svizzera, classificandosi al 32° posto. Anche per il brano “2020”, che ho scritto durante il primo lockdown, abbiamo girato un video, che deve ancora uscire perché, come anticipato, l’album deve ancora essere pubblicato”

Ci puoi raccontare la tua collaborazione con Vasco Rossi?

“Più che collaborazione quella con Vasco è stata, ed è, un’amicizia lunga, ci conosciamo da tanti anni. Un’amicizia dalla quale sarebbe potuta scaturire una collaborazione di fatto, con lui e con altri artisti vicini a lui, ma poi non è successo, come capita spesso in queste cose. E’ andata così”

Redazione

 

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