Cresce il pressing su Conte per un nuovo lockdown totale

Cresce il pressing su Conte per un nuovo lockdown totale

AGI – Cresce il pressing sul governo per un nuovo lockdown. A chiederlo espressamente non solo alcuni governatori, capofila il presidente della Campania Vincenzo De Luca, ma anche 100 scienziati e docenti universitari, che lanciano un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in cui chiedono di “assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni” per fermare la diffusione dei contagi da Covid.

La maggioranza chiede al governo un cambio di passo

E anche nella maggioranza si fa insistente la richiesta di un cambio di passo, di azioni tempestive, perché le colpe dei ritardi non possono essere scaricate sui cittadini, mettono in chiaro Pd, Iv e M5s. Ma per il momento il premier continua ad escludere un nuovo lockdown nazionale, “va scongiurato”, sottolinea Conte pur non nascondendo la criticità della situazione. Non sono tuttavia escluse nuove misure restrittive nei prossimi giorni. Una decisione sarà presa dopo aver analizzato gli ultimi dati del bollettino quotidiano e del monitoraggio settimanale.

Conte preoccupato dai dati del contagio

“Siamo ancora dentro la pandemia, dobbiamo tenere l’attenzione altissima”, ma “dobbiamo contenere il contagio puntando a evitare l’arresto delle attività produttive e lavorative, come pure la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici”, spiega il presidente del Consiglio. “Condivido la crescente preoccupazione per l’aumento dei contagi a cui stiamo assistendo in questi giorni in tutta Europa e ovviamente anche in Italia”, aggiunge Conte, ma “dobbiamo scongiurare un secondo lockdown generalizzato, per questo rimaniamo vigili e pronti a intervenire dove necessario, in qualsiasi momento”.

De Luca avverte: siamo a un passo dalla tragedia, chiudiamo tutto

Di tutt’altro avviso il governatore campano, che avverte: “Siamo a un passo dalla tragedia“. Per De Luca “i dati attuali sul contagio rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale. È necessario chiudere tutto, è indispensabile bloccare la mobilità tra regioni e intercomunale. Non si vede francamente quale efficacia possano avere in questo contesto misure limitate. In ogni caso, la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”, annuncia.

A chiedere al governo “un’azione unitaria su tutto il Paese, qualsiasi essa sia, la più corretta, la più opportuna” è anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, mentre il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, pur ribadendo la decisione sulla didattica a distanza per le scuole superiori, nonostante la contrarietà dei sindaci e della ministra Azzolina, si dice contrario a un nuovo lockdown nazionale, “il Paese non può fermarsi”.

Posizioni differenziate che rispecchiano anche la situazione interna all’esecutivo, dove alla linea più dura – i ministri dem e il titolare della Salute, favorevoli a misure drastiche – si affianca quella più cauta. La titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, garantisce ad esempio “controlli rigorosi per evitare il lockdown perchè sarebbe un colpo durissimo all’economia e per la tenuta sociale del Paese”.

Anche per il ministro pentastellato Federico D’Incà è da evitare un nuovo lockdown, “c’è un fortissimo coordinamento tra governo e presidenti delle regioni del nostro paese e verifichiamo di volta in volta la situazione in modo da intervenire in maniera puntuale”, assicura.

Il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini condivide la cautela verso una chiusura totale: “Sul fatto che nessuno voglia un nuovo lockdown – che si trasformerebbe in una pandemia economica e sociale – c’è uniformità di vedute tra Governo e Regioni”, riferisce.

Zingaretti incalza, occorre una stretta non si può navigare a vista

Intanto, sul fronte politico è la maggioranza stessa ad incalzare l’esecutivo. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti, sollecita a “valutare l’efficacia delle misure già prese”. Il leader dem non usa mezzi termini: “La battaglia al Covid è ancora durissima, una situazione di allarme rosso che riguarda tutta l’Europa. Ora emerge la verità, è chiaro a tutti che il nemico non sono le regole, ma il virus”.

Dunque, spinge Zingaretti, “ora servono concretezza e serietà”, perché – è l’avvertimento – “il livello di stress non solo economico ma anche psicologico della popolazione è altissimo”. Insomma, taglia corto, “con questo mare in tempesta non è il momento di navigare a vista, c’è bisogno di un cambio di passo, si lavora da alleati, non da nemici”.

E ancora: “Ora è importante un salto di qualità, la maggioranza si gioca il suo futuro sul terreno della credibilità”, scandisce aprendo la Direzione nazionale del partito. “Occorre una stretta, occorrono segnali più univoci, eccezionali, è il tempo della responsabilità collettiva”.

Per Renzi e Di Maio c’è qualcosa che non va

Che sia necessario un cambio di passo ne è convinto anche Matteo Renzi, che dice chiaro: “C’è qualcosa che non va nella gestione dell’emergenza. Penso che i problemi della seconda ondata derivino essenzialmente da quattro t: mancano tamponi rapidi, manca tracciabilità seria, mancano trasporti pubblici, dobbiamo avere più terapie intensive”.

Il leader di Iv garantisce e allo stesso tempo avverte: “Chiederemo conto nelle sedi opportune di queste lacune“. Non è tenero nemmeno Luigi Di Maio: “L’Italia sta reagendo con tutte le sue forze, ognuno di noi sta dando il massimo ma dobbiamo anche dirci chiaramente che alcune cose non vanno. Penso ai drive in. E’ inaccettabile fare 8-10 ore di fila per un tampone e su questo, come su altri aspetti, il governo deve lavorare duramente per dare risposte rapide e concrete ai cittadini, che non hanno colpe”.

Centrodestra al governo, non agisca da solo

Infine, le opposizioni – contrarie a un lockdown nazionale – non lesinano critiche all’esecutivo, tornando a chiedere di essere coinvolte nelle decisioni. “Non sono favorevole a un lockdown, non penso che l’Italia possa permettersi un altro lockdown.

Se dovesse accadere, sarebbe unicamente perchè il governo, che sapeva che ci sarebbe stata una seconda ondata, non ha fatto nulla per prevenirla. Il governo finora è stato incapace”, attacca Giorgia Meloni. “Ripeto al governo: non fate da soli, mettiamoci intorno a un tavolo, Lega e centrodestra rappresentano la maggioranza degli italiani e si fanno da sempre portavoce del mondo produttivo, dobbiamo essere tempestivi per mettere in rete le idee migliori e applicarle tempestivamente”, incalza Matteo Salvini. E Antonio Tajani propone “un tavolo permanente anti coronavirus e anti lockdown tra maggioranza e opposizione”.

Redazione

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