Doping: la Russia bandita dalle Olimpiadi e dai Campionati del mondo

Doping: la Russia bandita dalle Olimpiadi e dai Campionati del mondo

Per la Russia dello sport i quattro anni di bando sanciti oggi all’unanimità dal Comitato Esecutivo della Wada sono una batosta colossale. Mosca potrà mandare alle Olimpiadi estive di Tokyo e a quelle invernali di Pechino solo gli sportivi che potranno dimostrare di essere “puliti”. Ma questi dovranno gareggiare come atleti neutrali, senza bandiera né inno, come già avvenuto ai Giochi di Pyeongchang. Per quanto riguarda i Mondiali di calcio del 2022, se riusciranno a qualificarsi, i russi potranno giocare, ma sempre come atleti neutrali e non come squadra nazionale russa. La Russia non potrà inoltre ospitare eventi internazionali né partecipare alle gare per la loro assegnazione. A Mosca dipingono tutta la questione come meramente politica.

Il premier russo Dmitri Medvedev ha subito bollato la decisione della Wada come un esempio di “isteria anti-russa” e ha ribadito la posizione ufficiale di Mosca su questo delicato argomento: la sentenza – ha detto – va “contestata”. La Russia dovrebbe quindi impugnare il bando davanti alla Corte di arbitrato per lo sport (Cas) di Losanna. Ma il caso appare tutt’altro che semplice, anche perché le autorità sportive russe risultano recidive. Il capo dell’agenzia antidoping russa (Rusada) Yuri Ganus lo sa bene e mentre il suo governo promette battaglia lui pone la sua voce fuori dal coro e sottolinea che per la Russia “non c’è nessuna chance di vincere in tribunale”.

Secondo Ganus, il bando è “una tragedia” perché “gli atleti onesti vedono limitati i loro diritti”. La consegna di tutti i dati del laboratorio di Mosca era però una condizione chiave della controversa reintegrazione della Russia sancita nel settembre del 2018 dopo tre anni di sospensione per il doping di Stato, le cui ripercussioni sui Giochi di Sochi furono gravissime. Pare che con l’aiuto dei servizi segreti, i campioni di urina degli atleti dopati venissero sostituiti con analisi “pulite” attraverso un buco in un muro del laboratorio russo. (ansa)

Redazione

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