Le Foibe: Togliatti si alleò con Tito. Si all’apologia di comunismo. – di Gennaro Ruggiero

Le Foibe: Togliatti si alleò con Tito. Si all’apologia di comunismo. – di Gennaro Ruggiero

Il 10 Febbraio giornata del ricordo delle Foibe, dell’amaro ricordo di un’infamia commessa dopo la Liberazione, dopo la fine della guerra,  a cui hanno collaborato parecchi comunisti italiani, alcuni dei quali sono ancora vivi e non hanno avuto la meritata punizione, speriamo in quella divina, e prendono anche la pensione di Stato.

Togliatti che viene osannato da una certa sinistra erede del PCI assassino, è il simbolo dell’infamia umana, e addirittura gli si dedicano strada e piazze, anzichè marchiarlo come si deve per i posteri. Togliatti era un fedele esecutore degli ordini di Stalin, che vendette a Tito i partigiani italiani cattolici e non comunisti.

 

CITA TUTTOSTORIA.NET: “La sporca faccenda si concretò nella tragedia di Porzus dove, come tutti sanno, i partigiani comunisti massacrarono quelli “bianchi”, ed ebbe seguito anche più tardi nella battaglia di Tarnova, dove l’eroico battaglione “Fulmine” della Decima Mas si sacrificò quasi al completo, ma resistette agli assalti del IX Corpus, in cui erano inquadrati anche partigiani italiani passati al servizio di Tito: i cosiddetti “garibaldini”, che peraltro non riuscirono a conquistare Gorizia. La città isontina, grazie al sacrificio del “Fulmine” e di qualche altro reparto della Repubblica Sociale, restò italiana. Già prima, il 14 ottobre 1944, Togliatti, dopo un incontro con Kardelj, aveva confermato le direttive diramate dal PCI ai giuliani, aggiungendo l’esplicita raccomandazione ai comunisti locali di collaborare “in tutti i modi” con gli slavi colpendo “senza pietà” tutti coloro che si fossero opposti all’invasione titoista. E va ricordato, ancora, che i comunisti italiani, a Trieste e nelle altre zone controllate dagli slavi, obbedendo ciecamente agli ordini del Partito Comunista, collaborarono attivamente alla cattura degli italiani, guidando i partigiani titini, che non erano a conoscenza dell’ambiente e dei suoi abitanti, fino alle case di tutti coloro che erano rimasti fedeli alla Patria. E non si peritarono di spingere i loro connazionali, prima a “Villa Triste” ed alla “Risiera di San Sabba”, a Trieste, od in tanti altri luoghi di tortura, dove gli aguzzini li sottoponevano alle più atroci sevizie per poi farli sparire nelle Foibe, nelle fosse comuni, od in mare con una pietra al collo, senza dire di coloro che venivano avviati, con estenuanti marce forzate, nei campi di prigionia, o meglio di sterminio, della Jugoslavia, dove morirono lentamente, tra enormi strazi, di fame, di stenti, di freddo e di malattie, ma anche per le più orrende torture che mai mente barbara abbia potuto immaginare.
Fino al 1956 ed oltre durò la lenta consunzione di migliaia di italiani in questi strumenti di genocidio, che non erano certo dissimili dai Lager o dai Gulag sovietici.

A mio giudizio così come per la Shoah (anche se le proporzioni quantitative sono diverse) anche per le Foibe, si tratta, in entrambi i casi, di un massacro razziale, e aggiungo politico, è necessario osservare con occhio critico, da condannare senza bisogno di trovare alcuna giustificazione.

 La brutalità e la bestialità con cui gli eccidi della Shoah e delle Foibe sono stati portati a compimento non è così dissimile e là dove l’odio e l’orrore hanno la meglio sull’umanità è sempre giusto fermarsi a riflettere e a ricordare.

In entrambi i casi, così come per la Shoah i tedeschi nazisti ammazzavano i tedeschi ebrei, per le Foibe gli italiani comunisti, e l’ANPI rifletta prima di parlare, collaborarono e ammazzarono i partigiani italiani cattolici e non comunisti.

Il nazismo ha fatto 6 milioni di morti, il comunismo oltre 100 milioni di morti, e ancora ne fa.

Forse andrebbe istituita la legge di “Apologia di Comunismo”.

Gennaro Ruggiero – www.ruggierogennaro.wordpress.com

Post a Comment