Johnson consolida la vittoria nelle amministrative. Ma c’è la spina Scozia

Johnson consolida la vittoria nelle amministrative. Ma c’è la spina Scozia

AGI – Il ‘super Thursday’ le elezioni locali che si sono svolte giovedì nel Regno Unito consolidano il potere dei conservatori e aggravano la crisi dei laburisti. Ma la battaglia per la Scozia è solo rimandata.

La vittoria di Nicola Sturgeon, che si è assicurata un quarto mandato alla guida dell’Snp, ha confermato il suo dominio nella politica scozzese e il fatto che non sia riuscita a ottenere la maggioranza assoluta riduce la sua capacità di rivendicare subito un mandato per un secondo referendum sull’indipendenza. Ma la guerra continua: proclamando la sua vittoria, ha già anticipato che chiederà un altro referendum.

I nazionalisti scozzesi che cercavano un’affermazione ‘pesante’ per costringere il capo di Downing Street ad accettare un nuovo referendum sull’indipendenza, sono stati ridimensionati: le ultime previsioni, danno all’Snp, il Partito nazionalista Scozzese, 63 seggi, a due dalla maggioranza assoluta in Parlamento. Ma non mollano.

Johnson è irremovibile: “Penso che un referendum nel contesto attuale sia irresponsabile e sconsiderato“, ha detto ancora oggi. E dunque per ora Sturgeon gioca la carta della prudenza, impegnandosi a organizzare un referendum “a tempo debito”, una volta superata la crisi sanitaria. Ma ha aggiunto: “Non c’è semplicemente nessuna giustificazione democratica perchè Boris Johnson, o chiunque sia, tenti di bloccare il diritto del popolo scozzese di scegliere il suo futuro”.

Per il resto, il successo raggiunto dai Tory del premier Johnson nelle elezioni generali del 2019 si è consolidato con la vittoria nelle roccaforti laburiste note come il ‘red wall’, quelle aree settentrionali dell’Inghilterra colpite dalla deindustrializzazione e favorevoli alla Brexit.

Il premier ha superato brillantemente il test, strappando seggi in territori tradizionalmente laburista, in particolare in una roccaforte del Nord-Est, Hartlepool, seggio ‘rosso’ da 57 anni, finito alla candidata dei Tory con un distacco di 16 punti.

A livello nazionale, nonostante una serie di scandali sui suoi stretti legami con interessi privati, Johnson è riuscito a mantenere i progressi che i conservatori avevano realizzato nelle elezioni legislative del 2019. Gli analisti non esitano a parlare, per il Labour, di “peggiore sconfitta dalla Seconda Guerra Mondiale”.

Il leader del partito, Keir Starmer, si è detto “amaramente deluso”, ma per ora non fa passi indietro: ha promesso di fare “tutto il possibile” per riconquistare la fiducia degli elettori.

Del resto, i laburisti possono vantare ottimi risultati in Galles, una donna nera. Joanne Anderson, 47 anni, eletta sindaco di Liverpool, la prima donna di colore eletta a capo di una grande città britannica; Andy Burnham, che è stato rieletto sindaco della Grande Manchester, ha detto di non escludere una sua candidatura alla leadership del partito.

Adesso si attende il risultato di Londra: il laburista Sadiq Khan, che nel 2016 è stato il primo musulmano a governare una grande capitale occidentale, è favorito per un secondo mandato contro il conservatore Shaun Bailey, ma i risultati si preannunciano meno esaltanti del previsto.

Redazione

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